La mostra Trasparenze, allestita nei Tinelli di Palazzo Te a Mantova dal 6 aprile al 3 maggio 2009, è una ricerca appassionata sulla luce condotta dalla fotografa mantovana Federica Bottoli. Con una selezione di oltre sessanta fotografie, curata da Maria Cristina Didero, viene raccontato un percorso onirico che si svela nella forma e nella sostanza del vetro trasparente e nel suo moltiplicarsi attraverso la luce: cristallino e puro, attraente e misterioso, il materiale si declina in mille immagini seducenti. Precise come ritratti, le opere incorniciano vasi, brocche e bicchieri con una meticolosità morandiana.
Nella sequenza realizzata dall’autrice, presentata in anteprima a Palazzo Te, si legge una ricerca sensoriale rivolta al sublime: vengono contemplate la bellezza e l’eleganza che la fotografa, come per evadere dalla realtà, ripete in maniera maniacale. La fragilità e sfuggevolezza del materiale diventa un simbolo dell’indagine stessa: uno sguardo profondo che attraversa gli oggetti oltre la loro superficie.
La mostra, promossa e organizzata dal Centro Internazionale d’Arte e di Cultura di Palazzo Te con la collaborazione del Comune di Mantova e del Museo Civico di Palazzo Te, si propone come una raccolta di atmosfere nelle quali il visitatore è invitato a ricercarne la sua personale interpretazione. La prima sezione Suggestioni, composta da 35 immagini su alluminio, è uno sguardo clinico su tutte le tonalità di grigi, bianchi e neri orchestrate dalle differenti declinazioni luminose. Forme, la parte conclusiva, raccoglie 25 fotografie stampate su carta dedicate alla dimensione morfologica delle architetture.
Il catalogo dell’esposizione, edito da PubliPaolini, restituisce le atmosfere della mostra: una sequenza continua di immagini senza interruzioni di testo. Il volume si chiude con un’intervista di Maria Cristina Didero all’autrice Federica Bottoli.
BIOGRAFIA
Federica Bottoli nasce a Mantova nel 1970. Frequenta la facoltà di architettura di Venezia, dove si laurea con I. Zannier nel 1987 con una tesi su Lo spazio dell’architettura nelle fotografie di moda. Nel 1995 si diploma alla Sommer Akademie für Bildende Kunst di Salisburgo, cominciando a sperimentare le sue capacità espressive attraverso immagini di grandi dimensioni fortemente contrastate.
L’amore per la forma, la materia e la loro rappresentazione la portano alla fotografia.
Nel 1995 esegue immagini interpretative, in bianco e nero, delle calzature d’alta moda esposte nel Museo di Villa Foscarini-Rossi a Strà, dimostrando, attraverso una sequenza di 45 pannelli, l’espressività di questi accessori.
Nel 1997 comincia la sua vera attività professionale fotografando soprattutto accessori di moda e persone. Saranno sempre gli oggetti, le nature morte o il corpo umano a costituire i soggetti preferiti. L’ordine e il rigore compositivo, probabilmente derivati dalla formazione architettonica, diventano una regola assecondata anche dai forti contrasti cromatici.
Dal 1996 al 1999 collabora con alcune riviste di moda, che le permettono di entrare in contatto con un ambiente che influirà sempre sulle sue scelte estetiche: la conoscenza dello stile e del suo linguaggio è alla base della sua cultura espressiva.
Il suo lavoro si sviluppa in tre direzioni espressive: still life, ritratto e moda, anche se negli ultimi anni si è specializzata in immagini d’architettura e interior design.
Parte essenziale del suo lavoro è la ricerca finalizzata alla realizzazione di libri e mostre.
Maria Cristina Didero (1971), curatrice e giornalista, è da oltre dieci anni responsabile delle relazioni internazionali del Vitra Design Museum.
Ha curato, coordinato e ideato mostre di fotografia e di design in Italia e all’estero e ha pubblicato diversi cataloghi, tra cui National Geographic, 2001, Palazzo del Toring Club, Milano, ed. Marka; Tauromachia, 2002 di Patrizia Longarini, Chambre du Commerce, Parigi; Spazi Pieni e Vuoti, 2003, Deborah Sinai, Palazzo Reale, Milano; Noi e Voi, 2004, Deborah Sinai, Triennale di Milano, cat. Contrasto; Oltre, di Ugo Panella, coautrice con Renata Pisu, cat. Charta; Nextonothing, di Alberto Giuliani, Galleria Post Art, Milano, cat. Logos, Salon Des Refusés Design, 2005, Hangar Bicocca, Milano; Hotel Industria, Francesco Giusti, con Susanna Legrenzi, cat. HubLab.
Trasparenze è il suo secondo progetto di fotografia a Mantova; nel 2004 ha curato la mostra Reading di Mario De Biasi con Giuliana Scimé a Palazzo Ducale, negli appartamenti di Isabella D’Este (cat. Charta).
Per il Vitra Design Museum, sempre a Mantova, ha presentato nel 2004 Mies van der Rohe alla Casa del Mantegna e nel 2007 Jean Prouvé nelle Fruttiere dei Palazzo Te.
Collabora stabilmente con riviste nazionali – Io Donna, Gentleman – e straniere – Sleek, Neo 2, Loft – per le quali ha incontrato e intervistato fra i più importanti personaggi della scena creativa internazionale.
È in corso di pubblicazione per Corraini Editore un suo libro sull’architetto e designer Michele De Lucchi.
DATE
6.4 – 3.5 2009
Mantova, Tinelli di Palazzo Te