Annarosa Buttarelli e Lucio Pozzi, in collaborazione con Donata Negrini e in co-produzione con la Fondazione Palazzo Te, fanno vedere arte ogni tanto, improvvisamente, per brevi momenti e in luoghi disparati, perfino in luoghi d’arte. Sono mostre o eventi di cose fatte da gente che veniamo a conoscere e che invitiamo a fare qualcosa: amici e amiche, famiglia, conoscenti, noi stessi e soprattutto molti altri e molte altre. Sono cose da vedere, ma poi succede che ci sia anche roba da leggere o ascoltare o toccare o assaggiare o fiutare. Mantova è non solo un centro ideale per agire con reticenza e nel contempo offrirsi in pubblico ma pure un luogo mentale che spunta anche altrove. Tutto parte da Mantova, ma poi MATtam potrà avvenire dovunque: Lodz, Ulan Bator, Bamako, Parigi, Asuncion, anche Mantova. Gli eventi avvengono quando capita e vengono annunciati a voce o per email. Di solito durano circa un paio di ore o un po’ meno. Piuttosto che avere programmi, il senso di questa operazione genera il suo significato mentre avviene. (Manto è la mitica sacerdotessa fondatrice di Mantova.)

MATtam 75
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Oriella Savoldi
Lì dove lo sguardo si posa

Domenica 24 novembre 2024 ore 10:30 – 12:30 esatte
Sala Ex Sissa – Palazzo Te| Mantova

Lì dove lo sguardo si posa, si presentano, come ad un indifferibile appuntamento, immagini vivisezionate in forme, linee, colori, spazi vuoti e pieni. Accoglierli, tradurli sulla carta bianca lasciando che, nell’incontro con i pigmenti, l’acqua faccia il suo gioco, è apertura, è passione per quel che accade, per la vita e i suoi d’intorni. Lì, nascono gli acquarelli proposti dalla pittrice, opere floreali, architetture o paesaggi talvolta accompagnati da poesie ad essi ispirate o viceversa, nati al loro seguito sull’onda dell’emozione generata dallo sguardo. La colomba che accompagna ogni acquarello é tratta da una tela di Heba Zagout, artista palestinese nata a Gaza nel campo profughi di Al Burejj, nel 1984, e rimasta tragicamente sotto le macerie della sua casa, con tutta la sua famiglia, il 13 Ottobre 2023, durante i bombardamenti israeliani. Heba ha usato e insegnato l’arte a bambine e bambini per affrontare la vita estremamente dura nella prigione di Gaza e per offrire loro immagini di pace e di bellezza

Oriella Savoldi scopre l’acquarello in seconda elementare grazie ad una maestra che, anticipando i tempi, desiderava per le sue alunne una scuola non autoritaria, a misura delle bambine che animavano la sua classe. Da allora non ha mai smesso di frequentarlo, un rifugio rigenerativo per superare la pesantezza che la vita spesso riserva. L’acquarello è per lei gratitudine verso quella maestra e verso altre che lungo il suo percorso di ricerca ha incontrato. Ha partecipato a numerose mostre personali e collettive. Ama accompagnare i suoi acquarelli con le poesie. L’acquarello, come la poesia è incontro con la parte più profonda di sé; è passione che le ha permesso, sull’onda del femminismo, di riconnettersi con altre e le consente di farsi parte attiva nell’intreccio di quel tessuto sociale generativo di pacifica e civile convivenza; un intreccio sperimentato fra le operaie delle fabbriche frequentate in tanti anni di lavoro sindacale. Nel suo bagaglio si sommano numerosi articoli e testi pubblicati su vari argomenti legati all’esperienza del lavoro di donne e uomini. Non ultima la pubblicazione di Costellazioni terrestri (GAM Editrice), libro autobiografico che raccoglie racconti e alcune poesie, e immagini dei suoi acquarelli. Vive e lavora fra Ghedi e Brescia.

“Lèggere le tracce di colore nelle loro relazioni più intime sembra essere l’occasione perfetta per raggiungere il piacere libero dello sguardo.” Donata Negrini

MATtam 74
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Antonella Sabatini
Il lavatoio delle preghiere

Domenica 20 ottobre 2024 ore 10:30 – 12:30 esatte
Sala Ex Sissa – Palazzo Te| Mantova

Il lavatoio delle preghiere è un corpus di opere che prende forma dal vissuto autobiografico dell’artista. Tra fotografia e scultura, l’impossibilità di dar voce al proprio io interiore, sradicato nell’infanzia dal luogo familiare di origine, si traduce con cinquemila mini sculture in porcellana bianca di forma variabile, tutte accomunate da un “buco”, vissuto come simbolo di liberazione. Il buco, infatti, nella poetica di Antonella Sabatini rappresenta il medium stesso attraverso cui emerge l’interiorità muta di un’esistenza. Le opere, talvolta tradotte da sculture a immagini fotografiche e video, esperiscono un processo di contaminazione tra la lingua e i segni che la rappresentano, dando voce a un privato che non necessita di essere gridato ma accolto, accettato e, infine, “lavato”. Le immagini selezionate propongono il processo metamorfico della parola che si libera dall’incapacità di esprimersi, e, liberandosi, attiva un processo abitativo. Lo spazio in cui si trovano le porcellane assume una doppia valenza, è al tempo stesso privato e pubblico, e viene vissuto dall’artista come specchio della propria interiorità. Tanto che, a poco a poco, non solo viene abitato dalle opere ma dalla fisicità dei corpi che ascoltano e ricordano.

Antonella Sabatini (Sant’ Gallen, Svizzera, 1964) è artista multidisciplinare la cui ricerca si muove tra fotografia, scultura e danza. Per venti anni collabora con società di produzione fotografica e di comunicazione. Nel 2001 co-fonda insieme a Giorgio Di Tullio Di Tullio srl, società di ricerca culturale per l’innovazione del design che opera a livello internazionale. Formatasi con Katia Migliori, dal 2020 collabora con Luca Panaro nell’ambito del progetto sull’immagine contemporanea e archivio di libri d’artista Chippendale Studio (Milano). Ha esposto per Hangarfest (Pesaro), Impronte Femminili – Rassegna di arte e cultura per le pari opportunità e i diritti, Galleria Gasparelli (Fano), Centrale Festival (Fano), The Phair – Photoartfair (Torino), Cragallery (Torino), Sit Group (Repubblica di San Marino), Teatro Petrella (Longiano), Fonderia Pescheria – Spazio Bianco (Pesaro).

“L’evocazione del tempo vissuto moltiplica le forme, le dispone secondo una trama di vuoti e pienezza, di ombre e lucore, generando continue vibrazioni che invitano al silenzio.” Donata Negrini

MATtam 73
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Ingrid Mair Zischg
Sacralità del quotidiano

Domenica 9 giugno 2024 ore 10:30 – 12:30 esatte
Sala Attilio Regolo del Giardino Segreto-Palazzo Te| Mantova

“Il mio approccio alla ceramica è quasi viscerale, primordiale, in parte involontario. Mi sembra un lavoro in relazione all’inizio della storia, quella dei nostri progenitori, che creavano contenitori quasi sacri, destinati a contenere cibo, a nutrire, quando le condizioni di vita erano difficilissime e spesso avverse. Mi piace sondare le possibilità della materia, con forme coniche o sferiche, aperte o chiuse, che invitano a superare le apparenze e a scoprire nuove rivelazioni. Prima sono argille diversamente colorate, mescolate, tagliate, stratificate, schiacciate. Formano vortici, spirali, turbinii cromatici, e sono spesso impreziosite da oro zecchino. I frammenti, destinati a ornare, diventano gioielli. I Gusci, le Semisfere, Regine e Dame, Baccelli e Quadri, si trasformano in racconti aperti con un solido, intimo filo conduttore: la rielaborazione dei simboli arcaici (triangolo, sfera, spirale, le lune). Ogni oggetto raggiunge così una propria unicità e bellezza, anche nella dimensione della quotidianità in ogni fase della vita. Tutto è un racconto aperto e non si finisce mai di guardare.”

Ingrid Mair Zischg, diplomata alla scuola d’arte dei Carmini di Venezia, fin dall’inizio avvia la sua attività professionale in ambito pittorico con forti caratterizzazioni d’ impronta essenzialmente polimaterica, ricerca artistica che la impegna ininterrottamente per quasi vent’anni. Dal 1982 l’attrazione per il medium ceramico diventa la soglia oltre la quale intravede un nuovo e stimolante percorso artistico, che la porta in Italia e all’estero, soprattutto in Germania, Spagna e Svizzera, con una intensa esperienza di formazione e ricerca. L’attività espositiva, già avviata con la pittura, prosegue in modo sempre più significativo con le opere ceramiche in innumerevoli spazi privati e pubblici in Italia, Olanda, Spagna, Jugoslavia, Germania, Austria, Svizzera e Australia. Ingrid Mair Zischg è un’autrice poliedrica, da sempre attratta dalla sperimentazione, non di rado anticipatrice di tendenze che troveranno seguito a distanza di anni. La sua ricerca, in costante divenire, fonde, sintetizza e sviluppa tutto quanto si è sedimentato nel lungo viaggio tra le molteplici discipline artistiche.

“L’estensione della creatività non raggiunge mai il suo limite, se il piacere di inventare sempre nuove forme trova corrispondenza nella docilità primigenia della materia.” Donata Negrini

In occasione del MATtam si terrà un workshop di lavorazione dell’argilla, domenica 9 giugno dalle 14.30 alle 16.30.
Il workshop è rivolto a tutti sia principianti sia esperti; il costo è di 30 euro e la somma sarà ritirata all’inizio del workshop.
L’artista farà vedere come l’argilla, allo stato plastico, prenderà forma e diventerà un bicchierino. Gli strumenti sono le dita e bastoncini di legno di diametro diverso. La superficie lavorata sul piano si strappa leggermente e poi diventa liscia. Il simbolo dell’acqua sarà evidente su un lato. Lo smalto lo renderà impermeabile. Il filo d’oro sul bordo, fissato in cottura, lo impreziosirà.
Il bicchierino, consegnato al termine del workshop, è unico per ogni partecipante e sarà un piacere usarlo.

Iscrizione obbligatoria, massimo 15 partecipanti:

MATtam 72
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Shoko Okumura
Serenità Silvana – Sentinelle Sacre

Domenica 12 maggio 2024 ore 10:30 – 12:30 esatte
Sala Attilio Regolo del Giardino Segreto-Palazzo Te| Mantova

Questa serie “Tobusatate” viene dipinta su legno di Hinoki e offre uno sguardo unico sulla connessione tra l’uomo e la natura attraverso il prisma delle tradizioni giapponesi e delle influenze artistiche occidentali. In Giappone, la cerimonia “Tobusatate” viene eseguita quando un albero è abbattuto per fornire legname per la costruzione di santuari. Durante questa pratica, un ramo dell’albero viene inserito al centro del ceppo principale per onorare e ringraziare l’albero per il suo sacrificio. È praticata da 1400 anni e ancora oggi viene eseguita in certe occasioni. Parte delle opere in mostra sono ispirate proprio a questa pratica rituale. La pittura viene applicata direttamente su sezioni di hinoki, il cipresso giapponese sacro, e la composizione pittorica viene studiata in modo da centrarsi sul tronco, riflettendo l’importanza del centro nella cerimonia Tobusatate. Ogni dipinto ritrae una scena fugace della natura, riflessa nelle acque increspate, invitando gli spettatori a riflettere sulla transitorietà della vita stessa. Oltre alle opere su hinoki, sono esposte anche opere su cipresso che richiamano gli affreschi con specchi. Queste opere trasportano gli osservatori in un luogo segreto, come se stessero guardando da dietro un bosco, rivelando un luogo intimo e misterioso. Questa ispirazione nasce dalla storia di Palazzo Te, un luogo intriso di segreti e intimi dettagli della vita privata di Federico II Gonzaga.

Shoko Okumura nasce in Giappone nel 1983, attualmente vive e lavora a Tokyo e Milano. Si laurea in Pittura Tradizionale Giapponese alla Tokyo University of the Arts(Accademia Belle Arti di Tokyo) nel 2008. Riceve una prestigiosa borsa di studio stanziata dal governo giapponese. Subito dopo la laurea si trasferisce in Italia per imparare il restauro d’affreschi presso l’Università internazionale dell’Arte di Firenze. Incrociando la tecnica appresa con la pittura d’affreschi viene a conoscenza delle caratteristiche dei pigmenti italiani; comincia la sperimentazione mescolandoli con la tecnica di pittura giapponese, la quale utilizza molto un supporto di metallo ( es. foglie d’argento / oro ). Grazie a questa esperienza si appassiona al risultato ottenuto dalla mescolanza delle due tecniche italiana e giapponese. Si prefigge come scopo principale, quello di rappresentare la relazione esistente fra natura e uomo.

“Solidità e leggerezza convivono preziosamente nel dialogo tra la materia naturale e le linee di colore, superando la marcatura del presente, o nei riflessi che evocano il rimbalzare della storia oltre il circuito del tempo” Donata Negrini


Mostre passate

MATtam 71
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Luca Gemma
Raccogliersi la notte, sopra le sabbie, a dare nomi alle stelle

Domenica 21 aprile 2024 ore 10:30 – 12:30 esatte
Sala Attilio Regolo del Giardino Segreto-Palazzo Te| Mantova

Fin dall’infanzia ho avvertito un’intima consonanza con la pura sensitività del regno vegetale. Iniziai allora la compilazione di erbari,
ora irrimediabilmente persi, ma che ancora mi accompagnano sedimentati nelle pieghe della mente, da loro traggo consolazione e illuminazioni, doti medianiche e facoltà di svelare connessioni segrete. Dai moti circolari e rassicuranti della Natura ricevevo come spazio il caso e come tempo il destino. Indicazioni di salvezza che mi hanno aiutato a sopravvivere nell’atmosfera tempestosa della casa della mia infanzia: dovunque, in ogni luogo, da qualsiasi parte, il viaggio della vita adulta mi conduce.

Luca Gemma è nato nel 1961, consegue il diploma di Scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna nel 1990. Vive e lavora dappertutto. Attualmente svolge la sua ricerca artistica nell’ambito del vivente e del paesaggio. Tra le mostre: Camera di Rianimazione Galleria Neon Bologna; Die Zerbrochene Wunderkammer, Galerie Rachel Haferkamp Colonia, Germania; Vero>Falso, Galleria Inside/Open Napoli; Il cielo è un disegno di luce, Galleria Vanna Casati Bergamo; Sentiero d’Acqua, c/o Zone Graffio Bologna; Kunst Quadrate Contemporary Art Ruhr, Zollverein, Essen, Germania; Ortoboario – Orto pubblico urbano, Roma, ex-Mattatoio, Monte Testaccio. Con il gruppo Stalker; Arte y vida Artificial, ARCO ’05. Madrid.

“I dettagli dei disegni ricompongono visioni poetiche, intrusioni narrative, scorci meditativi che aprono l’immaginario a una sensibilità
in bilico tra classicità e romanticismo.”
Donata Negrini

MATtam 70
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Silvia Zagni
Ecce Ovo

Domenica 24 marzo 2024 ore 10:30 – 12:30 esatte
Sala Attilio Regolo del Giardino Segreto-Palazzo Te| Mantova

L’opera che presenta è una installazione di uova in ceramica sonore che, con l’aiuto del pubblico, si anima in un canto angelico di uccelli; suoni ancestrali, gorgoglii naturali, soffi umani concorrono a scacciare gli spiriti come nelle antichissime tradizioni primitive, dove la magia della materia prima si univa al mistero spirituale dell’uomo cosmico; qui l’uovo, simbolo primo di mito, diventa mitema o archetipo.
Silvia Zagni nasce a Bologna nel 1971; lavora e vive nel borgo castello di Elle a Rioveggio, sull’Appennino bolognese, a metà strada tra Bologna e Firenze. Un luogo con una storia antichissima in cui esiste una cava da cui l’artista estrae gres purissimo, sabbia silicea raffinatissima, elementi primordiali indispensabili per la sua ricerca artistica basata su tecniche antiche della ceramica.

L’arte di Silvia, pur nutrendosi di linguaggi squisitamente contemporanei, muove da lontano ed è intimamente connessa alla natura nella quale è immersa da oltre venti anni. Le sue creazioni sono una costante risposta all’intima necessità di far dialogare le formi esistenti con le forme immaginate. Un’arte che è ponte sospeso tra la sua sensibilità e le sublimi bellezze naturali di questo territorio che in passato lontanissimo era fondale di un mare evaporato in una notte.

“Il tempo dell’origine suona con voci che muovono profondità e misteri, nell’arco che congiunge le forme a spazi imprecisati e dilatati verso l’universale.” Donata Negrini

MATtam 69
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Teresa Iaria
Respiro pulsante 

Domenica 25 febbraio 2024 ore 10:30 – 12:30 esatte
Tinelli di Palazzo Te | Mantova

La Pittura come centro irradiante, generatrice di immagini originarie. Le forme appaiono sempre in metamorfosi sul punto di nascere o di nascondersi nel moltiplicarsi di infiniti segni che si cristallizzano a volte fuori dal quadro in piccole sculture o in oggetti enigmatici. Il mio lavoro nasce sempre da un’interrogazione sulla natura delle cose, una necessità di comprensione che trova nell’indeterminato il manifestarsi di un’epifania.

“Isola Madre”: piccole isole (7 acrilici su tela di lino 30×30 cm) gravitano intorno ad un’isola madre (acrilico su tela di lino cm 90×90 cm), forme sfilacciate che sembrano muoversi tra un’onda e una risacca.
“Acqua Ignea” (acrilico su tela di lino cm 90×90): il fuoco brucia nell’acqua, l’acqua in fiamme. Elementi che generano un’immagine instabile, primigenia.

Teresa Iaria (Lamezia Terme 1968) è un’artista che attraverso la Pittura muove il pensiero. La sua formazione sull’Arte si interseca con lo studio della Filosofia. Il suo lavoro da sempre si è confrontato con un dialogo transdisciplinare. Ha partecipato a numerose mostre personali e collettive, le sue opere sono in collezioni pubbliche e private. Insegna all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano ed è parte delle Edizioni degli Animali di Milano.

MATtam 68
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Antonella Gandini
Volti

Domenica 28 gennaio 2024 ore 10:30 – 12:30 esatte
Tinelli di Palazzo Te | Mantova

“Ho rappresentato volti femminili del passato e del presente, nell’atteggiamento della ritrattistica classica, ma che, a differenza delle figure del passato, presentano un turbamento, un elemento espressivo che contrasta con la bellezza e ne muta la facilità di lettura. Mostro, attraverso l’uso del ritratto, la contraddizione che cela ed espone contemporaneamente. Attraverso la perturbante finestra che apro sui canoni del passato, invito a esplorare la complessità infinita della visione dell’opera d’arte. Per un lungo periodo mi sono dedicata alla pittura. Espongo in luoghi pubblici e privati dal 1983. Inizio a usare la fotografia analogica nel 2000, stampo i miei lavori che espongo in varie personali, fra le altre, Tinelli di Palazzo Te, Lunanera, 2009. Faccio parte dell’Associazione Donne Fotografe che promuove iniziative culturali e mostre sull’identità di genere. Il mio libro Diario intimo, collana Memorie d’artista, ed. Peccolo, è stato presentato in varie sedi fra le quali Palazzo Re Enzo, Bologna. Nel 2018 sono invitata alla Stadtische Galerie, Rosenheim, Bookworks, Studio Expurgamento, Londra e a Visuali italiane, Roonee Gallery, Tokyo. Selezionata al 70° Premio Michetti, Francavilla a Mare, Chieti, Phes+ival, Avanguardie Fotografiche, Officine Creative, Perugia, nel 2022 sono presente alla Biennale Le latitudini dell’arte, Palazzo Ducale, Genova, e al 5ème Festival de la Photographie Surrealiste, Fréjus. Il mio libro monografico, In-naturale, 2022, che accompagna le personali, Cena per due, Palazzo Facchi, e In-naturale Spazio Fondazione Negri, Brescia, è stato presentato allo Spazio Te di Mantova, al Macof Di Brescia e nel 2023 alla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma.”
Antonella Gandini

“L’enigma di questi volti a disposizione incrina l’impulso di avviare automatismi estetici e di ingabbiare la seduzione in ovvietà.” Donata Negrini

MATtam 67
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Adele Angelone
S-composizioni

Domenica 12 novembre 2023 ore 10:30 – 12:30 esatte
Sala Attilio Regolo del Giardino Segreto | Palazzo Te | Mantova

-Grafica artistica: con le forme non faccio altro che lavorare con la natura geometrica delle cose per comunicare un messaggio di perseveranza per il raggiungimento degli obbiettivi, crescita, vita, morte, progresso e movimento. Nel design ogni elemento visuale ricopre un ruolo preciso esattamente come i colori, le forme, sono elementi di design utili a comunicare messaggi.

– Macrocosmi: creo particolari astratti di un universo che mi piace immaginare, svelare, far emergere dal mio sentire. Uso tecnica mista e resina. Rifiuto il supporto morbido come la tela e dipingo in orizzontale poggiando la tavola sul pavimento, lavorando con impeto i colori con mani, gomiti, unghie. Quasi casualmente, senza un controllo immediato, apparente, sopraggiunge poi, un controllo finale razionale, per non esibire un mero sfogo. Fisso con la mia energia, sul quadro, immagini astratte del macrocosmo come la mia mente pensa possa essere.

Dopo aver conseguito studi di Architettura e Scenografia, ha collaborato con importanti Studi di Architettura. Ha operato per diverse aziende, Enti pubblici e privati tra cui: Comune di Modena – Comune di Cattolica (RN) – Teatro Metastasio (PO) – Aimag(MO) – Moschea (Kuwait City) – Rolivia (Massachussets USA) – Durango (Melide Lugano CH). Dal 1980 svolge attività artistiche realizzando opere di arredo, grafica, pittura, scultura, fotografia, che presenta in esposizioni non solo nazionali; tra le ultime: Ambasciata Araba d’Egitto (RM) – Ecomondo (RN) – Mostra istituzionale Assessorato alla Cultura (San Martino in Rio – RE) – Ambasciata Araba Egiziana (Alessandria d’Egitto EG) – Mostra Istituzionale Comune di Modena – Pinacoteca d’Arte Contemporanea (Novoli LE) – Palazzo Marchesale (LE) – Ha collaborato con Corrado Costa alla Mostra Vetrezia (PR). Opera tra Modena e Milano.

“A margine della struttura si rivela la pulsazione del colore o l’esigenza di una linea incorruttibile” Donata Negrini

MATtam 66
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Marina Cappelletto
luogo – tempo – silenzio 

Domenica 1 ottobre 2023 ore 10:30 – 12:30 esatte
Sala Attilio Regolo del Giardino Segreto | Palazzo Te | Mantova

Ogni opera dipinta ad olio su carta raffigura uno spazio interno buio, con il vano di una finestra ad arco sopra e il vano di una porta sotto. In fondo a ogni opera si vede una striscia d’acqua, ma non è chiaro se il livello dell’acqua stia salendo o diminuendo. Da ogni vano si vede un panorama diverso. I luoghi e le ore del giorno variano nella stessa opera. La mia ricerca si svolge nel rendere visibili i contrasti che esistono tra la percezione e la realtà, il vero e l’immaginato, e il presente e il passato. Tra le mie fonti visive d’ispirazione sono la pittura e l’architettura del tardo Medioevo e del primo Rinascimento e le animazioni di Hayao Miyazaki.

Marina Cappelletto è nata a Milano (1953) e, a parte alcuni anni trascorsi in Francia (1992-96) e in Italia (1988, 1996), ha vissuto negli Stati Uniti sin dall’infanzia. Attualmente vive e lavora a Brooklyn, New York. Ha avuto mostre personali negli Stati Uniti e le sue opere hanno fatto parte di mostre collettive in Italia, Francia e negli Stati Uniti. Cappelletto ha partecipato a residenze al PS 1 di New York e alla Cité Internationale des Arts di Parigi. Le sue opere sono in collezioni pubbliche e private negli Stati Uniti e in Italia, tra cui il Brooklyn Museum e il Boca Raton Museum of Art.

Lo spazio è sospeso nella densità del tempo mentre tutto cambia e tutto rimane lo stesso.” Peter Licht

MATtam 65
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Giordano Pozzi
Cloudscape

Domenica 17 settembre giugno 2023 ore 10:30 – 12:30 esatte
Tinelli di Palazzo Te| Mantova

L’arte di Giordano Pozzi studia le strutture inerenti sia nel mondo visuale che nel mondo metafisico. Nella tensione fra questi due mondi all’interno del linguaggio dell’analisi strutturale astratta, Pozzi cattura l’energia e anche la complessità della vita. Così stabilisce un’ossatura che inquadra i rapporti fra i due campi in un programma che permette una doppia lettura. Per questo MATam l’artista presenta una serie di opere cartacee tridimensionali che esplorano la relazione tra superficie, volume e movimento, in concomitanza con degli studi di nuvole in pastello.

Giordano Pozzi è nato nel 1968 in New York. Vive e lavora fra Verona New York. Ultime mostre personali: 2013 Intrecci / Weaves, UnimediaModern, Genova, Italy; 2010 My studio, 3rd Ward, Brooklyn, NY; 2007 Gazebo, Fabio Paris Gallery, Brescia, Italy; 2005 Definizioni Immaginarie, Galleria Corraini, Mantova, Italy. Ultime mostre di gruppo: 2015 CARD, Fondazione Piacenza di Piacenza e Vigevano, Palazzo Farnese, Piacenza Italy, a cura di Paolo Baldacci; 2014 CARD, Pianello Val Tidone, Italy; 2012 Short Visit, Marsèlleria Permanent Exhibition, via Paullo 5, Milano, Italy; 2012 Personal effectonsale, Padiglione Esprit Nouveau, Bologna, Italy; 2011 Nel Frattempo / Meanwhile, ex mercato della frutta, Valeggio Sul Mincio, Mantova, Italy; 2008 BWAC Outdoor Sculpture Exhibition, Empire-Fulton Ferry State Park, Brooklyn, NY, USA; 2008. Ultime pubblicazioni: Pozzi, Giordano “DogTooth”, limited edition artist book, 2013 Fortino Editions, Miami; Arfiero, Michela “Studio Visit” Flash Art International online, February, 2010; D’Egidio, Marco “Review: Gazebo” Exibart May 5, 2007; Arfiero, Michela “The Underbelly of Beauty: A Conversation with Giordano Pozzi”, Sculpture Magazine, Vol.26 No.9 November, 2007.

Fra il mondo che si tocca e il mondo che si pensa esiste una sinapsi invisibile nella quale nasce l’arte.” Peter Licht

MATtam 64
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Aldo Grazzi
Senza Scopo

Domenica 11 giugno 2023 ore 10:30 – 13:00 esatte
Sala Attilio Regolo del Giardino Segreto-Palazzo Te| Mantova

Sono opere che l’artista ha realizzato tra il 1994 e il 2006 utilizzando reti in fibra come supporto sul quale disegnare con le forbici figure e geometrie raffinate e quasi impercettibili. La profonda concentrazione che serve per realizzare le reti e il tipo di calcolo che presiede al disegno, configurano queste opere come particolari tappeti da preghiera.

Aldo Grazzi vive e lavora a Perugia dopo molti anni trascorsi a Venezia dove è stato docente all’Accademia di Belle Arti. Dagli anni Settanta elabora un approccio alla concettualità che si declina in varie forme (fotografia, video, ecc.). Nella seconda metà degli anni Ottanta la sua ricerca artistica si intreccia con il ruolo di curatore di eventi espositivi (Rapido Fine, Traviata, ecc.). In modo crescente nelle sue opere vengono utilizzati procedimenti che implicano un intervento manuale ed in questo senso si riavvicina al fare pittorico. Alcuni viaggi in Africa (1987/93), costituiscono l’occasione per realizzare lavori insieme ad appartenenti alle tribù Maasai e Samburu. Durante gli anni Novanta è partecipe del clima bolognese legato alla Galleria Neon. Progressivamente Grazzi avverte la necessità di sviluppare il suo percorso concentrandosi esclusivamente sul proprio fare.

MATtam 63
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Aldo Grazzi
Trasformazione

Domenica 21 maggio 2023 ore 10:30 – 13:00 esatte
Sala Attilio Regolo del Giardino Segreto-Palazzo Te| Mantova

Una successione di intrecci di perline colorate, come stendardi contemporanei a definire lo spazio (interiore e condiviso), si colloca verticalmente per mostrare un percorso libero tra le simmetrie e la preziosità delle composizioni. Quasi una confessione di “un anarchico mistico”, come si definisce l’artista.

Aldo Grazzi(1954, Pomponesco, MN), vive e lavora a Perugia dopo molti anni trascorsi a Venezia dove è stato docente all’Accademia di Belle Arti. Dagli anni Settanta elabora un approccio alla concettualità che si declina in varie forme (fotografia, video, ecc.). Nella seconda metà degli anni Ottanta la sua ricerca artistica si intreccia con il ruolo di curatore di eventi espositivi (Rapido Fine, Traviata, ecc.). In modo crescente nelle sue opere vengono utilizzati procedimenti che implicano un intervento manuale ed in questo senso si riavvicina al fare pittorico. Alcuni viaggi in Africa (1987/93), costituiscono l’occasione per realizzare lavori insieme ad appartenenti alle tribù Maasai e Samburu. Durante gli anni Novanta è partecipe del clima bolognese legato alla Galleria Neon. Progressivamente Grazzi avverte la necessità di sviluppare il suo percorso concentrandosi esclusivamente sul proprio fare.

MATtam 62
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Nicoletta Freti
Rispecchiarsi

Domenica 16 aprile 2023 ore 10:30 – 13:00 esatte
Sala Attilio Regolo del Giardino Segreto-Palazzo Te| Mantova

Gli exempla attuali nei quali rispecchiarsi sembrano essere ben lontani da quelli raffigurati nelle vele della Sala Attilio Regolo, ma ci accomuna agli antichi la necessità dello stesso percorso di crescita individuale da compiere. Secondo Carl Jung, il viaggio dell’eroe è un processo di evoluzione interiore. Un processo di individuazione che richiede il superamento di molte prove e diversi stadi nei quali si attivano archetipi che ci aiutano a esplorare nuove realtà. Il viaggio dell’eroe è una ricerca che richiede una fase di distacco dal mondo, un distacco dal conosciuto per attraversare la solitudine per poi ritrovarsi come individuo a sé. Solo dopo essersi “individuati” può avvenire il ritorno nel mondo, arricchiti di doni da condividere con gli altri. Per trovare noi stessi dobbiamo isolarci e rispecchiarci per riconoscere la nostra vera natura, il nostro vero sé, la nostra forma, il nostro colore, la nostra energia, la connessione con le altre forme, colori, energie, immagini presenti nella storia e nell’attualità. In questo senso ogni pezzo d’arte è un exemplum in quanto permette il rispecchiamento di una o più parti di sé, personali e universali.

Nicoletta Freti ha esperienze lavorative e formative nell’ambito della comunicazione visiva, della didattica e della psicologia. Dal 1997, ha partecipato e organizzato numerosi eventi di arte – mostre e concorsi. Ha insegnato per 13 anni in Accademie di Belle arti.  Parallelamente a interessi di tipo artistico ha coltivato un filone di sviluppo personale. È socio fondatore della Scuola di cura di sé di Bergamo, presso la quale svolge il ruolo di Direttore didattico e di Docente. Ha tenuto corsi di Creatività per adulti in varie sedi.

MATtam 61
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David Lindberg
Previsioni e idraulica

Domenica 12 marzo 2023 ore 10:30 – 13:00 esatte
Tinelli di Palazzo Te| Mantova

“Questa è una mostra di piccoli dipinti che ho realizzato a Brooklyn NY in cui mi sono concentrato sul movimento del colore nella resina. Per ogni quadro ho dapprima pensato un piano, poi con la tela distesa, ho steso i colori e ho lasciato che il pigmento e la resina si depositassero secondo le loro differenze di peso, viscosità e volume. I colori si muovono per 4-5 ore e cerco di non intervenire. Queste opere vengono esposte verticalmente.” D. Lindberg, 2022

Davide Lindberg è nato nel 1964 a Des Moines, Iowa, USA. 1998 BFA in arte e architettura Parson School of Design, NY, USA. 1989-1997, ha vissuto e lavorato a Brooklyn, USA; 1998-2015 Amsterdam, Paesi Bassi; 2016-2017 Milano, Italia; 2017-a oggi Brooklyn New York. Lindberg utilizza materiali e pigmenti composti di resina avanzati per guidare il flusso imprevedibile di questi materiali tra la sua prima visione e la diffusione dei materiali mentre si induriscono lentamente. Le opere d’arte sono incontrollate e precise. La sua arte è stata ampiamente esposta negli Stati Uniti e in Europa, in Italia presso Studio la Città, Verona, Università Bocconi, Marco Rossi Arte contemporanea e in altre iniziative.

MATtam 60
Manto Arte Temporanea | Temporary Art Manto
mostre di corta durata in luoghi trovati
short exhibitions in found spaces

Charles Clough
Clufffalo:Numbers

Domenica 26 febbraio 2023 ore 10:30 – 13:00 esatte
Tinelli di Palazzo Te| Mantova

In risposta alla tendenza a bloccare l’arte esclusivamente in recinti sociali o politici, l’artista ha scritto: “Il valore politico dell’arte è la bellezza come simbolo dell’amore”. È intensamente impegnato nel fare arte sotto forma di pittura lavorando da solo e anche in gruppo. Scrive: “Nell’edificio storico del Roycroft, a Buffalo, presento un laboratorio di pittura pubblica ‘Clufffalo: Season’ in cui collaboro con partecipanti dai 2 ai 98 anni”. “Abito il pittorico”.

Ha insistito anno dopo anno riempiendo piccole e grandi superfici piane di ogni tipo con smalti dai colori vivaci e forme di lattice in composizioni monumentali o intime. Clough ha attraversato i decenni alla moda dominati da teorie e programmi estetici, riaffermando il potere della pittura in quanto tale e ci riuscì arrivando ad essa con un atteggiamento quasi distaccato che consente la massima concentrazione. “Le opere in latex su pvc che ora espongo per MATtam a Palazzo Te sono del gruppo ‘Clufffalo: Numbers’, dipinte da me solo come mio contributo alla domanda: cos’è la pittura oggi?”

MATtam 59
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Lorenza Sannai
Dialogo e memoria

Domenica 29 gennaio 2023 ore 10:30 – 13:00 esatte
Tinelli di Palazzo Te| Mantova

Dipingere è un’attitudine che nasce intimamente e così come è difficile stabilire esattamente da cosa parte la necessità, ancora meno facile è distaccare i passaggi degli avvenimenti quotidiani dalla pittura, per cui potremmo dire che la pittura è in dialogo con lo stato d’animo ed è un lavoro dell’inconscio. Nelle opere di Lorenza Sannai la geometria non è geometria: non troviamo regole ma solamente l’uso degli strumenti che generano la geometria, producendo forme precise e definite che si incastrano, si insinuano come cunei una dentro l’altra. Si genera così un effetto che è ordinato, ma in realtà è in perenne movimento. Per questo quando il quadro è finito non è finito: spetta a chi guarda entrare in contatto con esso, forse muoverlo, girarlo, diventare quasi partecipe fisicamente di questa ricerca di adattamento. Il lavoro presentato ha avuto l’influenza di molte opere dal 1300 ai primi del ‘900, evidenziando l’importanza della memoria che inevitabilmente trasforma e dà nuova forma.

Lorenza Sannai è nata in Sardegna. Vive e lavora in Valeggio sul Mincio (VR) e Hudson (NY). Da anni persiste la sua ricerca pittorica indagando la geometria, lo spazio e il colore. Dal 2014 è membro dell’associazione American Abstract Artists con la quale annualmente partecipa a mostre di gruppo in NYC o itineranti in USA ed Europa presso gallerie private o musei. Negli ultimi tre anni ha avuto mostre personali a Cagliari e Mantova, e partecipato al Premio Lissone nel 2018. Il suo lavoro è in collezioni pubbliche e private.

“L’esegesi di un’opera si colloca nello spazio irrisolto della reciprocità, che fra l’artista e chi guarda non concede mai alcuna possibilità di quiete” Donata Negrini

MATtam 58
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Paolo Marcolongo
Metamorfosi del soffio

Domenica 11 dicembre 2022 ore 10:30 – 13:00 esatte
Sala Attilio Regolo del Giardino Segreto-Palazzo Te| Mantova

Artista caratterizzato da un’ispirazione multiforme, Paolo Marcolongo è uno dei rappresentanti più significativi della Scuola Orafa Padovana e qui presenta la produzione artistica degli ultimi anni, espressa sia nel gioiello che nelle sculture in vetro. Nei suoi gioielli le
complessità dei riferimenti scultorei, artistici ed estetici che caratterizzano la sua evoluzione creativa trovano un compendio e un perfetto equilibrio. La natura sboccia nella sua sensualità e nella sua pericolosità, da un lato espressa da metalli preziosi a volte pungenti, acuti e spinosi, dall’altro attraverso la morbidezza del vetro che esplode in un dialogo ancestrale, quasi archetipico, tra colore, trasparenza, peso e forma. Nelle piccole sculture prevalgono il gioco concettuale e l’incastro architettonico dei colori, dei pesi e delle forme. Delicate impalcature disegnano e incorniciano lo spazio in minimalistiche visioni in cui il vetro si presenta spesso contaminato da ruggini e ferro, lateralmente, a contraltare del vuoto.

“L’esplorazione trasformatrice fa da contrappunto all’intenzionalità compositiva, rinnovando lo stupore della forma in sé compiuta.” Donata Negrini

MATtam 57
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Marco Culpo
Davanti ai colori

Domenica 9 ottobre 2022 ore 10:30 – 13:00 esatte
Sala Attilio Regolo del Giardino Segreto-Palazzo Te| Mantova

“La mia ricerca è orientata al colore, questo implica interagire con un mondo alchemico fatto di tele, cotone, juta, carte, leganti, medium, saturazioni, asciugature, pigmenti, ossidi, terre, oli, acrilici, tempere, cere resine, aggrappanti, reticolanti, pennelli, pennellesse, spatole, lame. Non so mai prima esattamente dove andrò a finire; ma quello è il senso – non si deve sapere esattamente dove arrivare, altrimenti il viaggio è inutile. Per me il colore ha un senso solo in relazione con gli altri colori – non è una monade. Che vuol anche dire che io ho senso solo se sono in relazione con altri esseri umani.”

Marco Culpo vive e lavora a Mantova. All’Accademia di Venezia ha seguito i corsi di Emilio Vedova. Ha tenuto corsi di formazione e laboratori sul colore presso vari istituti italiani e ha collaborato a vari spettacoli con numerosi gruppi teatrali. Tra le principali esposizioni personali: 1995 “Fare e rifare”  – Atelier d’Arte Ducale, Mantova; 1996 “Percorsi impossibili” – Centro Sociale Auser, Marmirolo; 1998 “Per visioni lontane” – Casa degli artisti, Tenno Villa del Monte di Tenno (Trento);2003 “8tele”  – Villa Granata, Reggio Emilia; 2004 “Reversibile” nella sala delle conferenze, Cerea (Verona); 2006 “Dipinti” – galleria Einaudi – Mantova; 2017 “Oltremare” – centro LILT – Reggio Emilia; 2018 “Sintagmi” – Casa del Rigoletto – Mantova. Ha partecipato alle rassegne collettive:1998 “Apocalisse di Giovanni” – Palazzo Ducale, Mantova; 2000 “Arte a Mantova 1950-1999” – Palazzo Ducale, Mantova; 2011 “Arte a Mantova 2000-2010” – Casa del Mantegna, Mantova; 2013 “In memoria di A. Cappi” – Muvi – Viadana; 2016 “MantovaArte Studi aperti” – Palazzo dei Capitani

“Per assecondare la materia, bisogna abbandonarsi alle vibrazioni della luce, accogliere il piacere di trasformare, e infine non smettere di liberare lo sguardo verso ogni possibilità di orizzonte.” Donata Negrini

MATtam 56
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Gilberto Scuderi
Verticale

Domenica 3 luglio 2022 ore 10:30 – 13:00 esatte
Sala Attilio Regolo del Giardino Segreto-Palazzo Te| Mantova

“Verticale” è un piano perpendicolare a un piano orizzontale. Si parte insomma da terra per salire in alto, attratti verso il basso dalla forza
di gravità. Che è quella che rovina tutto. Così bisogna avere basi minimamente solide, altrimenti avviene il crollo. È ciò che capita più o meno spesso alla mie opere, precariamente stabili. Da qui lo studio dei contrappesi, che talvolta non superano l’esame.

Gilberto Scuderi è nato a Mantova, città da cui non si è mai spostato se non per le vacanze, di solito passate in Italia. Ha comunque visitato alcune delle principali capitali europee (Berlino, la preferita), pur mancandogli Parigi. Rifugge un viaggio a New York, già prepagato. Conosce bene Roma (parenti e amici lo hanno ospitato fin da ragazzo), ricorda con affetto infantile la paterna Sicilia etnea e vagheggia la Napoli nel ricordo del passaggio dall’adolescenza a ciò che è venuto dopo.

“Continuare a giocare con le forme e con le parole, senza pretendere di governarle, è la via maestra di una ricerca che si rigenera sempre di
nuovo, a dispetto del tempo.” Donata Negrini

MATtam 55
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Vanna Truffelli
L’arte senza il peso dell’Arte

Domenica 19 giugno 2022 ore 10:30 – 13:00 esatte
Sala Attilio Regolo del Giardino Segreto-Palazzo Te| Mantova

“Ho iniziato a scattare con una Hasselblad, ma non ero a mio agio e l’ho regalata a un amico fotografo professionista. Ho usato per anni una fotocamera Canon, e nell’ultimo periodo ho usato anche diverse piccole macchine digitali. Amo molto camminare fino a perdermi, mentre osservo dettagli di oggetti, di animali, di case, di cortecce di albero, di acque… mentre non sono molto attratta da soggetti umani. In ogni cosa, naturale o meno, cerco l’elemento e la forma spirituali. In questa ricerca sono arrivata anche a inventare “nature morte” che costruisco e riprendo con molte variazioni di luce. Non amo spiegare le mie foto, né amo che siano interpretate, perché la bellezza è tutta racchiusa in loro, e va gustata così com’è, con un ritegno di tipo orientale.”

Vanna Truffelli, classe 1946, ha tenuto nascosta a tutti la sua arte fotografica, finché MATtam le ha “imposto” di mostrarla. Nel 2016 ha mostrato per la prima volta in un MAT realizzato al Cubo di Mantova. Dopo questo MAT a Palazzo Te, ci sarà una sua personale in cui finalmente si potranno vedere molte delle sue originali fotografie.

“Un nuovo paganesimo ispira la ricerca dell’enigma che ci chiama dagli elementi naturali e dalle cose, fino a ricongiungerci a loro in una sola imperturbabile energia.” Donata Negrini

MATtam 54
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Paolo Barbi
Last Snapshots

Domenica 15 maggio 2022 ore 10:30 – 13:00 esatte
Sala Attilio Regolo del Giardino Segreto-Palazzo Te| Mantova

Paolo Barbi ha iniziato a fotografare mentre frequentava l’Istituto d’Arte di Mantova, influenzato dalla bellezza degli affreschi di Giulio
Romano, Andrea Mantegna e Pisanello. Mentre esplorava la fotografia a 360 gradi, si è specializzato nella moda, specialmente ritratti, paesaggi e still life dove ha ricercato perpetuamente l’anima degli oggetti.

La sua esperienza di lavoro è molto vasta, parallelamente agli scatti di moda ha collaborato per 18 anni con Manuela Pavesi, personaggio eclettico e iconico del mondo della moda.
Paolo Barbi vive tra Bologna, Milano e Mantova e adora Parigi dove lavora spesso.

“Questa esposizione è un piccolo cahier di viaggio nel mondo accanto al mio lavoro; persone, dettagli e luoghi rubati in comune accordo”.

MATtam 53
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Lucia Veronesi
Nonostante il pensiero 

Domenica 10 aprile 2022 ore 10:30 – 13:00 esatte
Sala Attilio Regolo del Giardino Segreto-Palazzo Te| Mantova

Lucia Veronesi si diploma in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera, Milano, nel 2000 e si trasferisce a Venezia nel 2003. Lavora con
il collage, i tessuti, la pittura, il disegno, il video e l’installazione. Ha esposto in numerose gallerie, musei e fondazioni tra cui Museo Pino Pascali, Polignano a Mare, galleria Alberta Pane, Venezia, Casa Testori, Milano, Fondazione Michetti, Francavilla al Mare, Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia, Museo della città di Rimini. I suoi video sono stati selezionati per numerosi festival nazionali e internazionali tra cui 32. Torino Film Festival e la quarta Biennale di Gerusalemme; ha partecipato a diverse residenze artistiche sia in Italia che all’estero.

“Nonostante il pensiero” è il titolo di una serie di opere che nascono dal semplice desiderio di lavorare con quella leggerezza scomposta, quella libertà e quel caos ritmico che lo spazio, dove tutto ha preso forma, mi ha suggerito. È un lavoro istintivo: il pensiero rimane
sospeso, il fare è più veloce, lo sorpassa senza farsi troppe domande.

“Quando prevalgono il gesto e la sua velocità, il richiamo della materia seduce tutti i sensi e invita a un pellegrinaggio senza meta” Donata Negrini

MATtam 52
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Matteo Pistoni
HUMAN BEING

Domenica 27 marzo 2022 ore 10:30 – 13:00 esatte
Sala Attilio Regolo del Giardino Segreto-Palazzo Te| Mantova

Matteo Pistoni è nato a Mantova nel 1972 e ha scoperto la fotografia nel 2012 in vacanza, con il telefonino come primo strumento. La sua formazione è stata poi da autodidatta studiando manuali e libri dei grandi maestri.

Dal fotografare ogni cosa vedesse, nel tempo ha trovato nella “strada” il suo Habitat ideale. L’essere umano con le sue mille sfaccettature lo ha sempre interessato e il contesto urbano è l’ambiente ideale per cogliere i suoi momenti: un gesto, un’espressione, un sentimento. In strada gli piace fotografare l’amore, l’ironia e il minimalismo delle forme umane in ampi contesti urbani.

”Se ci si affida all’istante senza pretendere di governarlo, all’immagine fissata per sempre si accompagneranno anche suoni e sensazioni, immaginati eppure autenticamente presenti nella cornice del luogo” Donata Negrini

MATtam 51
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Marta Nijhuis
MYHERSELF
Il mio autoritratto di lei

Domenica 19 dicembre 2021 ore 10:30 – 13:30 esatte
Sala Attilio Regolo del Giardino Segreto-Palazzo Te| Mantova

Artista transmediale italo-olandese, filosofa e scrittrice, Marta Nijhuis è nata a Milano nel 1983. Dal 2009 vive e lavora a Lione, dove è docente universitaria.
Il suo lavoro, incentrato su un’interpretazione del tema dell’identità focalizzato sulla nozione filosofica di “differenza”, è stato esposto in numerosi contesti internazionali.

Una serie di ritratti femminili—realizzati con una penna 3D utilizzando un filamento di plastica nera biodegradabile in modo da ottenere un disegno ”solido”, scultoreo— è il punto di partenza per un progetto fotografico di selfies nei quali l’artista indossa quei ritratti come fossero, a un tempo, maschere e punti di vista diversi sul mondo.

”In questo tempo fragile non rimane che giocare con l’identità, sperimentare nuovi profili e farsi beffa di ogni limes tra unicità e omologazione.” Donata Negrini