Lucio Pozzi
Cumuli
Mantova, Palazzo Te, Tinelli
26 settembre – 24 ottobre 2010
Catalogo a cura di Melania Gazzotti, Tre Lune Edizioni
L’intero percorso artistico di Lucio Pozzi è segnato da una costante analisi del linguaggio pittorico. A partire dal suo esordio nel 1961 presso la Galleria Trastevere di Topazia Alliata a Roma, passando per l’intensa esperienza americana durante la quale incontra e frequenta gli espressionisti astratti e i concettuali, fino alle più recenti serie di lavori, Pozzi indaga i codici espressivi della pittura e li reinterpreta in unaproduzione di grande forza e suggestione.
La mostra personale Cumuli – ospitata a Palazzo Te dal 26 settembre al 24 ottobre 2010, promossa e organizzata dal Centro Internazionale d’Arte e di Cultura di Palazzo Te con il sostegno del Comune di Mantova, del Museo Civico di Palazzo Te e del MAC Francesco Bartoli – presenta i quattro grandi quadri della serie Italian Quartet e l’installazione Mass, a testimonianza della capacità dell’artista di muoversi tra i differenti stili e linguaggi dell’arte, senza lasciarsi imbrigliare in rigide etichette.
La passione per la pittura non ha impedito a Pozzi di sperimentare nel corso degli anni altri generi e tecniche: dal video alla fotografia, dalla performance alla scultura. Spinto dal desiderio di rompere i limiti spaziali imposti dalla tela, l’artista infatti non vuole precludere al suo lavoro alcuna via. La volontà di mettere in discussione i risultati raggiunti e l’eclettismo che diversifica la sua produzione sono rintracciabili anche nelle scelte stilistiche che Pozzi opera in ambito strettamente pittorico: sono infatti l’istinto, l’intuizione e l’urgenza di confrontarsi con il colore e le forme a guidarlo e a fargli sentire la necessità di cimentarsi, con la medesima intensità, sia in un paesaggio tradizionale sia in una rigida composizione astratta.
Nelle quattro tele che aprono il percorso espositivo, allestite nella prima sala dei Tinelli della villa giuliesca, l’artista propone uno dei temi più frequentati nella storia dell’arte del passato, la natura morta con vasi di fiori. Pozzi inizia a dipingere composizioni floreali nei tardi anni Settanta, portando avanti questo soggetto fino ad oggi. L’intento è duplice: da un lato vuole opporsi, in modo provocatorio, al conformismo e alla rigidità estetica dell’arte concettuale, e dall’altro è interessato a espandere la propria esplorazione dei linguaggi artistici. Nei quattro dipinti – The Equidistance of Passion and Containment; Shattering Vessels – (The Unborn); Diary of a Seduction – (The Yellow Cardinal); Shrapnel (Forever Young) – realizzati dal 2007 al 2010 ma il cui allestimento è stato pensato appositamente per l’esposizione mantovana, tra petali e foglie dalle forme spesso fantastiche, emergono corpi e frammenti anatomici mimetizzati, che sfuggono a un primo sguardo.
Lo spettatore ritrova la presenza del corpo umano riproposta in forma tridimensionale nella parte conclusiva Mass. Nel secondo e ultimo ambiente dei Tinelli, l’artista accumula, in una moderna natura morta, parti di manichini, sulle quali interviene con il “tatuaggio” (a pennarello) o il colore (in collaborazione con il giovane tatuatore professionista Paolo Giavazzi). L’installazione è frequentata da Pozzi dagli anni Settanta, quando realizza un lavoro per il P.S. 1 di New York. Ricorrendo alla scelta della installazione per la monografica a Palazzo Te, Pozzi intende suscitare nello spettatore una sorta di straniamento. Tale sensazione, acuita dal contrasto di stile e tecnica con l’ambiente precedente, è data dalla presenza del manichino – riconosciuto come uno dei simboli dell’uomo-automa contemporaneo già dai metafisici e dai dadaisti – e dalla sua frammentazione e moltiplicazione. Le quattro tele di uguali dimensioni (cm 207 x 204 x 5) sono come sperdute nello spazio vuoto della sala grande, mentre la massa dei manichini riempie lo spazio circoscritto della sala piccola.
Fine ultimo del lavoro di Lucio Pozzi non è proporre una mera provocazione o riflessione tautologica sulla storia e le mode dell’arte. Il messaggio dell’artista è un suggerimento, un invito a una meditazione più profonda e generale sulla vita e la sua caducità, oltre ad essere una rilegittimazione di alcuni modi che hanno sofferto dell’azzeramento voluto dall’arte concettuale.
Orari: lunedì 13-18; da martedì a domenica 9-18
Lucio Pozzi é nato nel 1935 a Milano. Dopo il soggiorno a Roma dove studia architettura, nel 1962 si trasferisce negli Stati Uniti, ospite dell’Harvard International Summer Seminar. Si stabilisce a New York e prende la cittadinanza americana. Le sue opere sono inizialmente esposte presso gallerie come l’Ariete, Bykert, John Weber, Gianenzo Sperone, Yvon Lambert, Leo Castelli.
Vive e lavora a Valeggio sul Mincio (VR) e Hudson (NY).
Pozzi é un artista che ama dipingere e, al contempo, persegue l’interesse per l’arte anche in contesti non propriamente pittorici. Nel 1978 il Museum of Modern Art di New York visiona una personale dei videotapes di Pozzi in occasione di una delle prime presentazioni della serie Projects:Video. L’artista realizza anche installazioni, organizza performances, si dedica alla scrittura. Ha insegnato alla Cooper Union, al Sculpture Graduate Program della Yale University, alla Princeton University e al Maryland Institute of Art. Attualmente è professore in visita nei programmi MFA e BFA della School of Visual Arts di New York, dove è stato membro della facoltà dal 1974 al 2009. Insegna alla Accademia di Verona e alla Libera Accademia di Brescia.
Le sue opere si trovano nelle seguenti collezioni: The New York Public Library; The Detroit Institute of Arts, Detroit; The Museum of Modern Art, New York; The Whitney Museum of American Art, New York; The Museum of Contemporary Art, Chicago; The Art Gallery of Ontario, Toronto; The Fogg Museum, Harvard U. Cambridge Mass.; Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato, Italia; Giuseppe Panza Di Biumo, Lugano, Svizzera; Herbert and Dorothy Vogel, New York; PS1 Contemporary Art Center, New York; Museum of New Art, Detroit, MI.; Zimmerli Art Museum, New Brunswick, NJ.; Kalamazoo Institute of Arts, MI; Hartford Atheneum, Hartford, CT; Marzona sculpture park, Verzegnis Tolmezzo, Italia; Portofino Sculpture Museum, Italia; Museo de Bellas Artes, Buenos Aires, University of California Art Museum (Berkeley); Miami Art Museum, Miami, Florida; Collezione Maramotti, Reggio Emilia, Italia; Fondazione Cariverona, Verona, Italia; e varie collezioni aziendali.
Pozzi e’ stato premiato con il National Endowment for the Arts nel 1983 ed un Diploma Honoris Causa dall’Accademia di Verona nel 2010.
Retrospettive della sua produzione si sono tenute alla Kunsthalle Bielefeld (1982) e al Badischer Kunstverein (1983), in Germania; al Museum of New Art, Detroit (2001) e al Kalamazoo Institute of Art, Michigan (2002); al Museo di Villa Croce, Genova, Italia, (2006). La sua arte e´ stata inclusa in Documenta 6 (1977) e nella Biennale di Venezia (Padiglione Americano) (1980).
DATE
26.9 – 24.10 2010
Tinelli di Palazzo Te, Mantova