Cucire il tempo
L’arte come tessitura del quotidiano

La prima tappa del progetto “Cucire il tempo”, dal 7 al 26 settembre 2021, ospita i monocromi inediti D5 bianco e AA19-15 blu J.S.B. della pittrice mantovana Sonia Costantini in dialogo con una selezione di opere di Maria Lai degli anni Novanta, periodo in cui torna a vivere in Sardegna dopo il lungo soggiorno a Roma, continuando a sperimentare materiali tradizionali e nuovi e a creare telai, libri e lenzuoli, tra cui quello esposto a Mantova insieme alla serie Telaio di guerra per la prima volta presentata al pubblico.

Accanto a queste opere, la mostra presenta il video del regista Tonino Casula che documenta la straordinaria azione relazionale sul territorio Legarsi alla montagna, realizzata da Maria Lai nel 1981 a Ulassai con gli abitanti del paese che hanno legato con un nastro azzurro le case tra loro e poi al monte sovrastante, simbolo di armonia fra uomo, natura e arte.

In occasione della rassegna, è in programma una conferenza di approfondimento sull’opera di Maria Lai con Elena Pontiggia e Maria Sofia Pisu Lai che si terrà martedì 7 settembre alle ore 18.00 allo Spazio Te di Palazzo Te (prenotazione alla mail spaziote@fondazionepalazzote.it).

Sonia Costantini nasce in provincia di Mantova nel 1953, città dove vive e lavora. Sin dagli esordi la sua ricerca artistica è indirizzata alla pratica della pittura che la porta a sperimentare varie tecniche. Inizia ad esporre nei primi anni Ottanta. Attiva in numerose personali e collettive, in spazi pubblici e privati, dagli anni Novanta il suo lavoro si radicalizza concentrandosi sulla pittura di un unico colore e sulla percezione della sua luce, mentre la sua attività espositiva si estende anche in ambito internazionale.
Si segnalano le personali al PAC di Ferrara, alla Galleria Il Milione di Milano, alle Gallerie Stracke di Colonia, Trampler di Monaco e Frankfurter Westendgalerie di Francoforte, all’Istituto Italiano di Cultura di Monaco, a Palazzo Te e a Palazzo Ducale di Mantova. Fra le collettive: Chiostro del Bramante in Roma, Museo Etnografico di San Pietroburgo, BCE di Francoforte, Università Bocconi di Milano, Arena 1 Gallery di Los Angeles, Cà Foscari di Venezia, Domshatz-und Diözesanmuseum di Passau, Artmark Galerie di Vienna.
Sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private.

Maria Lai (Ulassai 1919 – Cardedu 2013) compie gli studi superiori a Cagliari e ha come professore di lettere lo scrittore Salvatore Cambosu che le trasmette l’amore per poesia e le insegna l’importanza del ritmo. Dopo il diploma magistrale si trasferisce a Roma dove frequenta l’Istituto d’Arte di Via di Ripetta come allieva di Renato Marino Mazzacurati; negli anni 1943/45 studia a Venezia con Arturo Martini all’Accademia di Belle Arti. Dal 1945 è nuovamente in Sardegna e inizia a insegnare, nel1956 si trasferisce a Roma dove frequenta Giuseppe Dessi insieme ad altri intellettuali, scrittori, artisti e musicisti della corrente informale e concettuale. Espone i suoi disegni alla Galleria dell’Obelisco nel 1957. Seguirà per lei un decennio di profonda riflessione e mutamento nel quale dal figurativo procede all’astrattismo. Sostituisce alla pittura l’uso di altre materie povere tra cui la stoffa creando tele cucite e libri, pani e terrecotte che si alternano ai primi telai che diventano il filo conduttore della sua ricerca. Nel 1967 realizza Oggetto-paesaggio, un telaio disfatto che è insieme oggetto antico e installazione contemporanea. Nel 1971 espone alla galleria Schneider di Roma introdotta in catalogo da Marcello Venturoli e partecipa nel 1978 alla mostra “Materializzazione del linguaggio”, curata da Mirella Bentivoglio alla Biennale di Venezia.
Nel 1981 dà vita a Ulassai a Legarsi alla montagna, la prima azione relazionale in Italia: gli abitanti del paese legano con un nastro azzurro le case tra loro e poi al monte sovrastante, simbolo di armonia fra uomo, natura e arte.
Negli anni successivi continua a sperimentare materiali tradizionali e nuovi: terracotta, ceramica, legno, ferro, cemento e materiali sintetici.
Negli anni ‘90, torna a vivere in Sardegna dove si moltiplicano le azioni teatrali e sul territorio, continua a sperimentare e creare: telai, lenzuoli, libri, geografie e fiabe cucite. Scrive numerosi trattati sul ruolo dell’artista e dell’arte: La Barca di Carta (1996), Il Gioco del volo dell’oca (2002). L’arte a portata di mano (2005).
Nel 2011 vince il Premio Camera dei Deputati per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia con l’opera Orme di leggi, oggi conservata presso l’aula dei gruppi parlamentari.
Tra le principali esposizioni degli ultimi anni si ricordano: Ricucire il mondo (Cagliari, Musei Civici, Nuoro, MAN, 2015), documenta 14 (Atene e Kassel, 2017), 57 Esposizione Internazionale d’Arte. VIVA ARTE VIVA (Venezia, Biennale Arte 2017), Maria Lai. Il filo e l’infinito (Firenze, Palazzo Pitti, 2018), Maria Lai. Anno zero, (Firenze, Museo Novecento, 2018), MARIA LAI. Tenendo per mano il sole (Roma, MAXXI, 2019–2020), Trama doppia. Maria Lai/Antonio Marras, (Matera, Museo di Palazzo Lanfranchi, 2019).

DATE
7 – 26 settembre 2021

ORARI
Ingresso libero venerdì 16.00 – 20.00
sabato e domenica 10.00 – 12.30 | 16.00 – 20.00
oppure su appuntamento
segreteria@fondazionepalazzote.it

INGRESSO LIBERO