Collezioni da un Emirato
Angelo Crespi
Arte e tradizione di Sharjah
Collezioni da un Emirato
Mantova, Fruttiere di PALAZZO TE
Dal 24 giugno al 5 agosto 2012
Il Centro Internazionale d’Arte e Cultura di Palazzo Te ha volentieri prestato supporto nell’organizzazione di una mostra nuova per modalità espositiva e concezione, nei suoi aspetti scientifici e organizzativi. La proposta culturale ha una pluralità di livelli di lettura e presenta molteplici spunti di riflessione storico-artistici e di significato.
I curatori ci portano a riflettere su come gli europei hanno “visto” e rappresentano l’area del Golfo persico dall’antichità ai tempi moderni nelle preziose mappe conservate nel Centro Studi sul Golfo. L’esposizione ci conduce poi ad apprezzare le forme artistiche più tradizionali di Sharjah, che nel nostro immaginario sono intimamente legate alla cultura degli Emirati Arabi, caratterizzate dalla perizia di maestri d’arte, come i calligrafi, e di artigiani. Queste forme espressive rappresentano un segno della persistenza di lontane tradizioni e di tecniche ancora oggi utilizzate e vissute.
Infine, con effetto per noi sorprendente e straniante ci vengono proposte espressioni artistiche contemporanee, sulle quali soffermare la riflessione riguardo ai temi universali della contemporaneità e all’identità di un paese che, proprio come il nostro, cerca e sviluppa un percorso culturale tra il rispetto della tradizione e dell’antico, la sperimentazione di nuovi linguaggi, forme di ricerca artistica e messaggi.
Angelo Crespi
Presidente
Centro Internazionale d’Arte e di Cultura di Palazzo Te
Nicola Sodano
Arte e tradizione di Sharjah
Collezioni da un Emirato
Mantova, Fruttiere di PALAZZO TE
Dal 24 giugno al 5 agosto 2012
Mantova, ancora una volta, allarga i propri orizzonti. Il confronto con città e paesi più o meno lontani dal nostro sentire e lo scambio di esperienze a tutto tondo sono motivo di crescita culturale, motore di sviluppo in termini di promozione e relazioni commerciali, valorizzazione del nostro patrimonio storico ed artistico. Mantova accoglie la mostra “Arte e tradizione di Sharjah. Collezioni da un Emirato” intraprendendo un’avventura inedita: Palazzo Te, uno dei luoghi più emblematici del nostro Rinascimento si accinge ad ospitare uno scorcio di Sharjah, effervescente capitale culturale degli Emirati Arabi. Desidero ringraziare Sua Altezza il Sultano Emiro bin Mohammed Al Qasimi, Governatore di Sharjah, per aver scelto Mantova, tra tante città italiane, quale sede per una collaborazione culturale inedita e colta.
Ai più sconosciuta, l’identità e l’arte della “capitale culturale” degli Emirati Arabi Uniti ci vengono proposte attraverso una mostra e un corollario di eventi collaterali. Il percorso che trova collocazione nelle fruttiere di Palazzo Te è ricco, complesso e multiforme, frutto di una stretta collaborazione tra Istituzioni culturali delle due città e dei due paesi, alle quali rivolgo un sentito ringraziamento. L’invito che rivolgo è di avvicinare questa esposizione con curiosità, percorrendo a mente libera un breve ma suggestivo viaggio attraverso tempi, luoghi, genti, paesaggi lontani dalla nostra esperienza: occasione per un’ulteriore riflessione su identità, patrimonio culturale ed espressione artistica quali valori universali.
Nicola Sodano
Sindaco di Mantova
Emiro
Arte e tradizione di Sharjah
Collezioni da un Emirato
Mantova, Fruttiere di PALAZZO TE
Dal 24 giugno al 5 agosto 2012
DISCORSO DI S.A. SHEIKH DOCTOR SULTAN BIN MOHAMMED AL QUASIMI
MEMBRO DEL CONSIGLIO SUPREMO DELLA FEDERAZIONE – SOVRANO DI
SHARJAH IN OCCASIONE DELL’INAUGURAZIONE DEL FESTIVAL
“I GIORNI CULTURALI DI SHARJAH”
NELLA CITTÀ DI MANTOVA
23 GIUGNO 2012
ILL.MO NICOLA SODANO,
SINDACO DELLA CITTÀ DI MANTOVA
SIGNORE E SIGNORI
CHE LA PACE E LA BENEDIZIONE DI DIO SIA CON VOI
Siamo felici di trovarci qui tra Voi nella città antica e storica di Mantova che rappresenta un punto di dialogo di civiltà che accomuna tutti i valori positivi potenziando così la lunga amicizia fra gli Emirati Arabi Uniti e l’Italia.
Colgo questa preziosa occasione per esprimere il mio apprezzamento e ringraziamento il Sindaco Sodano per questo invito gradito considerata un’opportunità in più per consolidare la cooperazione culturale tra Sharjah e le città italiane cosa che noi intendiamo continuare ad appoggiare e incoraggiare.
La cooperazione tra di noi viene consolidata sempre di più tramite la partecipazione nella Biennale di Venezia e la Fiera del Libro di Bologna, oltre le testimonianze rappresentate nelle serie di manifestazioni culturali italiane che hanno avuto luogo in Sharjah, che hanno dato un impero alle conoscenze pubbliche sulla cultura e le arti Italiane infondendo effetti positivi a tutti i livelli.
Signore e Signori,
Samo di nuovo in Italia decisi a completare il progetto culturale che gode del nostro patrocinio attraverso il programma (I giorni culturali di Sharjah nel Mondo)seguendo la sua implementazione con ferma volontà e fiducia. Oggi abbiamo raggiunto uno stato avanzato nell’esecuzione di questo progetto grazie ad una serie di varie attività culturali che hanno attraversato zone e città diverse dall’Europa, Asia e Mondo Arabo. Tali attività hanno incluso la presentazione di oggetti caratteristici dei Paesi del Golfo, reperti e mappe antiche storiche, spettacoli artistico-culturali, esibizione di arte figurativa, esibizione di reperti antichi, presentazione dell’arte della scrittura e la decorazione araba islamica, oltre alla partecipazione agli spettacoli teatrali in diversi paesi del Mondo, le collezioni di edizione e traduzione di testi culturali che desideriamo portare all’attenzione del pubblico mondiale.
Gli effetti della scelta culturale Sharjah sono stati riconosciuti con evidenza.
A dimostrazione di quanto detto Sharjah è stata scelta dall’UNESCO come Capitale della Cultura Araba per l’anno 1998.
Lo stesso è stato ripetuto nella Conferenza della Cultura Islamica che ha avuto luogo nella città di Baku in Azerbejan nel 2009 dove è stata scelta Sharjah come Capitale della Cultura Islamica per l’anno 2014.
Signore e Signori,
Durante il periodo passato e attraverso la nostra presenza in vari Forum Internazionali, abbiamo sottolineato l’importanza del ruolo illuminante ed effettivo che svolge la cultura nell’avvicinare i popoli e sviluppare le relazioni fra i Paesi e le comunità in un momento in cui oggi più che mai, abbiamo bisogno di uno spirito di tolleranza e conoscenza tra le varie culture e scambio di tradizioni, usi e costumi di ciascun Paese, consapevolezza e scambio di visioni e idee.
Abbiamo scelto questa strada perché sappiamo che è la migliore per condurci a quelle comunità umane che prosperano e progrediscono attraverso la memoria e la collaborazione.
POSSA DIO GUIDARE I NOSTRI PASSI NEL BENE.
Sezioni
Arte e tradizione di Sharjah
Collezioni da un Emirato
Mantova, Fruttiere di PALAZZO TE
Dal 24 giugno al 5 agosto 2012
Le sezioni in mostra
La mostra, organizzata nell’ ambito dei Giorni culturali di Sharjah, capitale culturale degli Emirati Arabi Uniti, rappresenta una rara occasione per approfondire il dialogo culturale esistente tra est e ovest, qui raccontato dalla produzione artistica mediorientale, non a caso presentata in uno dei più esclusivi contesti artistici italiani.
L’esposizione presenta un’ampia varietà di opere di calligrafia araba, opere di arte contemporanea, mappe e oggetti rappresentativi del migliore artigianato locale.
La rassegna calligrafica comprende opere antiche e contemporanee realizzate da artisti provenienti da diversi luoghi degli Emirati Arabi Uniti, così come diversificate risultano le tecniche utilizzate. Al Thuluth, Al Kufi, Al Dewani, Al Nastaliq sono alcuni degli artisti più celebri, le cui realizzazione, presentate assieme a quelle di un gruppo di autori contemporanei, integrano la parola con la pittura.
La selezione d’arte contemporanea permette inoltre di ammirare le realizzazioni di artisti degli Emirati – dai più affermati ai talenti in erba – il cui codice linguistico, sostanzialmente fedele al mondo arabo, evidenzia interessanti contaminazioni con la cultura occidentale dei nostri giorni.
Tutte queste opere rappresentano un significativo documento della realtà artistica di Sharjah, sostenuto dalla compresenza di forme di creatività estratte da settori differenti, dall’arte alla calligrafia, dalla cartografia all’artigianato, e classificabili secondo diverse gerarchie di valore, ma pur sempre autentiche espressioni di una forma di creatività concepita da un’unica cultura.
Carte geografiche
Le mappe esposte intendono presentare l’evoluzione della raffigurazione del Golfo Arabo nelle opere di cartografia realizzate a stampa in Europa a partire dal XVI secolo fino all’età moderna. Le carte più antiche derivano dalla “Geografia” di Claudio Tolomeo (150 d.C. circa) che contiene, oltre all’esposizione delle basi teoriche della geografia matematica, le coordinate di 8.000 diverse località. Il trattato, per oltre dieci secoli, è stato la base delle conoscenze geografiche degli europei e degli stessi arabi.
A partire dal 1548 furono pubblicate, a Venezia, mappe della penisola araba che evidenziavano le nuove conoscenze acquisite grazie alle scoperte fatte dai portoghesi. Inizialmente le informazioni erano vaghe e non accurate: gli europei avevano raramente occasione di esplorare le regioni del Golfo, e i cartografi non avevano modo di verificare i loro dati. Nelle carte geografiche erano così utilizzati toponimi inventati o mal collocati e linee di costa approssimative.
L’introduzione di dettagli più realistici e veritieri in sostituzione delle precedenti imprecisioni fu un processo lento e graduale, fino all’epoca moderna.
Arti popolari
Decorazioni delle porte
Nella cultura araba le porte possiedono un valore altamente simbolico, al punto da avere ispirato stuoli di poeti, i quali hanno sovente inserito il tema della porta nei loro poemi come metafora di speranza o di diniego.
La porta è un elemento architettonico che stabilisce una sorta di gerarchia degli spazi, segnando il passaggio da un’area comune – strada o piazza che sia – a una privata, familiare, costituita dall’abitazione vera e propria. Spesso le porte rappresentano l’unica forma di espressione artistica che chi abita la casa mostra all’esterno.
Che si tratti di una casa o di un palazzo, di una fortezza o di una moschea, la porta è un chiaro e immediato segnale dell’epoca di costruzione degli edifici. Il valore tecnico e artistico di una porta è subito evidente, dettato dal pregio dei materiali utilizzati e degli ornamenti impressi.
L’importanza e il livello sociale dei proprietari va di pari passo con l’abilità dell’artigiano a cui è affidata l’esecuzione della porta. In base al tipo di ornamento scelto – dai decori in rame, in ferro, ai rivestimenti di chiodi, alle maniglie, al vetro colorato, fino alle più complesse incisioni di immagini istoriate – si deciderà quale legno utilizzare. Tutte le città del Golfo Arabico, in ogni caso, sono sostanzialmente uniformate ad un unico stile, dal momento che la provenienza della materia prima è generalmente la stessa: i boschi indiani di Calicut e Malabar, dai quali si può ricavare il prezioso legno Saje o il legno di mango.
Quasi tutte le porte del Medio Oriente sono realizzate a Sharjah, ad eccezione di alcune – riconoscibili per la presenza di immagini intagliate che raffigurano elefanti o disegni esotici – provenienti dall’India.
Il Sefafah
Negli Emirati Arabi Uniti il sefafah è l’arte della tessitura della foglia di palma da dattero; tramite il suo intreccio viene data forma a vari oggetti, generalmente utilizzati nella vita quotidiana. In epoche passate, questa attività era annoverata tra i più stimati mestieri dell’artigianato locale.
Rispetto a molti altri materiali, sempre impiegati per la tessitura, le foglie di palma sono molto rigide: per questo, prima della loro lavorazione, vengono immerse in acqua perché la fibra si ammorbidisca.
Gli strumenti richiesti per tale lavorazione, oltre all’abilità manuale, sono aghi e vernici, utilizzate nella fase finale per dipingere i prodotti prima del loro commercio.
Attraverso il sefafah vengono realizzati molti oggetti destinati a vari scopi: dai cesti di ogni taglia – indicati per la conservazione del cibo o per il trasporto degli abiti – ai ventagli, dai copricapo ai piccoli letti dislocabili, dalle stuoie su cui disporre le pietanze alle decorazioni murali per le facciate delle case.
L’At-Talli
At-Talli è l’arte del ricamo dei vestiti. È una tipologia di artigianato esclusivamente femminile, che presuppone l’utilizzo di scintillanti fili d’oro e d’argento impiegati per l’esecuzione di preziosi decori su maniche e colli delle vesti, o sui pantaloni per signora.
Ci sono molti tipi di at-Talli: il Bu Fatlah, il Fatletain bu, il Bu Thalathah, l’Al Ghooli e il Ras abloi.
L’Ibrik e la preparazione del caffè
La preparazione del caffè per bollitura nell’ibriq è il metodo originario e tuttora in uso presso i paesi arabi. La bevanda che si ottiene – chiamata “caffè arabo” o “caffè turco” – ha un gusto piuttosto intenso. Questo tipo di caffè viene preparato in una caffettiera apposita, detta ibriq o ibrik. Prima delle realizzazioni in ottone, l’ibrik era prodotta in terracotta da abili artigiani che abitavano le regioni montuose da cui questi utensili prendono il nome. L’ibrik è generalmente prodotta in tre dimensioni. Quella più grande è destinata alla fase dell’ebollizione dell’acqua con la parte di caffè in grani (ed eventualmente il cardamomo). Il pentolino medio corrisponde alla fase in cui il caffè è servito, dopo essere stato diluito con una porzione di acqua calda precedentemente bollita con la caffettiera più grande. Un pentolino più piccolo è destinato all’ultima fase di bollitura, da cui è ottenuto il caffè puro, pronto per essere servito nelle tipiche ciotole senza manici. Il caffé è classificato secondo diversi nomi riconducibili al gusto, al tipo di chicco o alla sua preparazione. I chicchi di caffè più pregiati provengono dallo Yemen, ma anche quelli importati da Kenya e Ceylon sono considerati eccellenti, godendo di un vasto consumo nel mondo arabo.
Preparare il caffè, e offrirlo convenientemente agli ospiti, sono i primi gesti di accoglienza che un capofamiglia deve saper padroneggiare. Con la mano sinistra l’ospite regge la caffettiera e – tenendo nella mano destra tre o quattro tazze – si aggira tra gli invitati, comodamente seduti, servendo ad ognuno una piccola quantità di caffé che va gustato reggendo la tazzina tra indice e pollice della mano destra. LA PRIMA TAZZA: tradizione vuole che il padrone di casa si versi una piccola quantità di caffè, e la beva. In passato, questo rituale dimostrava agli ospiti che la bevanda non era avvelenata; oggi il gesto sopravvive con la finalità di testare la bontà del caffè e la giusta fragranza. LA SECONDA TAZZA è quella offerta all’ospite come gesto d’onore. In presenza di un perdurante sentimento di ostilità non è il caso di bere: è bene che, prima, le due parti approdino a un compromesso. LA TERZA TAZZA è detta “della spada”. L’ospite spesso rinuncia a questa tazza, dal momento che accettarla presuppone l’adesione ad una stretta alleanza.
Calligrafia
La calligrafia è l’arte di scrivere in maniera codificata ed esteticamente ricercata usando l’alfabeto arabo o altri alfabeti di sua derivazione. Per i mussulmani, la scrittura non identifica la realtà dell’oggetto cui la parola fa riferimento ma, al contrario, è l’espressione visibile più alta dell’arte e del mondo spirituale.
La calligrafia è diventata nei secoli la forma più venerata di arte islamica dal momento che è stata utilizzata per la redazione del Corano, testo sacro dell’Islam. Tuttavia essa ha storicamente trovato grande uso anche in ambiti non strettamente religiosi, come ad esempio l’elaborazione di sigle per usi
di cancelleria.
L’alfabeto arabo consta di 28 lettere e di 18 forme diverse di scrittura. Pur realizzando soprattutto rappresentazioni astratte, la calligrafia ha anche aspetti figurativi: intrecciando le parola scritte, i calligrafi realizzano infatti figure antropomorfe, zoomorfe e oggetti inanimati.
Lo strumento tradizionale del calligrafo arabo è il qalam, una penna di canna secca, che viene intinta nell’inchiostro colorato e con varie gradazioni di intensità. Prima dell’avvento della carta erano utilizzati supporti di papiro e pergamena.
DATE
Palazzo Te,
24.6 – 05.8 2012