Concerto I Cinque Elementi
18 luglio | 21.00
Palazzo Te
In collaborazione con MantovaMusica
con Alessandro Quarta – Violino solista
Giuseppe Magagnino – pianoforte
Solisti Filarmonici Italiani
Federico Guglielmo – violino 1, Alessandro Ferrari – violino 2, Enrico Balboni – Viola, Luigi Puxeddu – violoncello e Amerigo Bernardi – contrabbasso

Il compositore e violinista Alessandro Quarta presenta la sua nuova Opera, I Cinque Elementi: Terra Acqua Aria, Fuoco ed Etere.

Da questo, ritenuto eterno, immutabile e per i Greci, anima del mondo nonché bellezza assoluta, il compositore ha trovato “la strada” la motivazione ad un’Opera grandiosa che lascerà nella musica un segno indelebile: “Il Quinto elemento mi ha dato la ragione per scrivere, “vomitando” tutto quello che avevo dentro. Una forma di ringraziamento personale per tutto quello che ho: il bello e il tragico della vita. Sentivo la necessità di scrivere qualcosa di importante e quest’Opera di un’ora , è impegnativa, forte, ma mi rappresenta appieno. I Cinque Elementi ha una trama, con un inizio ed una fine e una visione oggettiva per ogni elemento; ognuno con la sua bellezza, ma anche con gli aspetti negativi, di timore che lo accompagnano. È un bisogno di urlare musicalmente, la mia gioia e la mia preoccupazione tutta; i Cinque elementi sono parte di me: Fuoco che mi pervade quando suono, Acqua fluida come la musica, Terra che ho necessità di sentire, attraverso il palco, sotto i piedi. L’Aria delle note, lo spazio tra loro e ogni volta che apro gli occhi, li rivolgo al cielo, all’Etere”.

L’Opera in realtà è composta da sei tracce, perché a introdurre i Cinque Elementi c’è la Creazione senza la quale ci sarebbe solo il nulla; un lavoro di ricerca e introspezione, attraverso la quale l’artista ha compreso come siano sostanza del suo essere, come gli abbiano dato forza e anima: “Nella scrittura di ciascun Elemento ho vissuto fortemente la fase della Creazione che dal buio, mi ha permesso di vederne i colori in un’esplosione, di luce e mistero, che mi ha introdotto all’interno dell’Opera. Chi ascolta avrà l’opportunità di farla propria, secondo i propri dubbi, il proprio credo, vedendola e interpretandola dal suo punto di vista. Ho immaginato Terra, come una anziana signora, una dama di classe che ha molto da raccontare, con pacatezza e un po’ di malinconia, il suo accordo il do minore. Acqua nasce dalla mia terra, Otranto, la Porta d’Oriente più importante del Mediterraneo, la prima a vedere il Sole. Ogni volta che mi affaccio sul suo mare ne sento il profumo mediorientale. Tutto parte dall’Africa, da una goccia che nasce nel deserto e in un crescendo da brividi, diventa torrente e poi fiume finendo poi, nel mare; questo non è solo calmo e pacato, ma onde giganti e tempeste oceaniche e fa ritorno, da dove è partito, l’Africa. Le note e il loro crescendo ci lasciano nel cuore la consapevolezza della sua importanza e il rischio evidente, della sua preoccupante assenza: il suo accordo, Mi bemolle maggiore. Aria è il movimento, la danza delle fronde che mi parla dell’aria, che è respiro, un Elemento che ci tocca da vicino, apparentemente meno importante, ma fondamentale. Non solo uragano, ma respiro. Non ha colore, non la vediamo ma è dentro di noi e fuori di noi. La foglia sembra cadere, ma viene sollevata ancora e ancora per fare ritorno all’albero e tornare vita, come il respiro. Tre accordi, tre motivi: Mi minore, Sol maggiore, Si maggiore. Fuoco nasce con un tango cubano, in La minore, per il fuoco dell’Eros che alimenta la vita, quello della sessualità; ma anche quello che brucia che devasta dei fulmini, dei vulcani, degli incendi e quello infernale, demoniaco, che lascia lo spettatore senza respiro. La minore l’Eros, Re minore il demoniaco. La fine del Fuoco dà l’idea che l’Opera sia conclusa con gli ultimi tre minuti che sono devastanti, sia per me che per chi ascolta; invece, a chiudere l’Opera, c’è l’ultimo Elemento, Etere. Questo, imponente e complesso, parte con una melodia delicata e dolce in Re bemolle maggiore, che avvolge e sembra cullare per sfociare in un cambio imprevedibile, in La minore con l’impetuosa “ira di dio”, Dies Irae in 6/4 e 5/4. Una vera tempesta che sembra placarsi riportandoci alla melodia iniziale anche se con più forza e suono. Un’illusione che introduce, invece, il ritorno dell’Ira di Dio, ancora più forte e violenta, in 5/4. Per chi ascolta, la certezza è che sia la fine di tutto, quando, in Re maggiore, esplode la Luce del Perdono. La sola che può lenire le ferite profonde che l’uomo ha inflitto alla Terra tutta, devastandola. Il brano è Preghiera e supplica, la richiesta di un perdono che possa restituire Speranza all’umanità. Gioia e dolore, buio e luce si alternano in un brano che scuote nel profondo, ricordando a tutti noi di coltivare L’Amore e il rispetto per ogni Elemento fondamentale alla nostra sopravvivenza”.

Alessandro Quarta, compositore e violinista, con il suo violino incanta: mai scontato o prevedibile, forte, rock, sa essere delicato, intimo, sensuale; con I Cinque Elementi ci apre le porte del suo mondo, regalandoci la possibilità di fare nostra non solo l’Opera, ma la sua Creazione, potendone varcare la soglia: una musica che “cola” dentro, senza lasciare scampo. Impossibile prendere le distanze da questo viaggio, fatto di note delicate, malinconiche, struggenti che diventano grido, pioggia battente, sentimenti contrastanti che rotolano nel cuore. Un’ennesima meraviglia che nasce dalla creatività di un artista che abbatte qualunque barriera, qualunque confine regalandoci il privilegio di condividere e immergerci nella sua Musica.

Nell’Opera si evince quanto di positivo e negativo ci sia in ciascun elemento, lo Yin e lo Yang. Alessandro con la sua musica riesce a evidenziarne la potenza positiva, ma anche la forza distruttiva; ci costringe a riflettere su quanto siano necessari alla vita i Cinque Elementi e allo stesso tempo a fare i conti con il rischio distruttivo che ognuno di questi ha insito in sé soprattutto per l’impassibile ed incosciente irresponsabilità dell’uomo. Una riflessione e un’assunzione di responsabilità alla quale non possiamo sottrarci: una chiamata per ognuno e ciascuno a sentirsi davvero parte di un pianeta, un mondo di cui avere cura.

Ingresso a pagamento.
Biglietti su www.mantovamusica.com