Camerino a Crociera
Questo ambiente di modeste dimensioni separa l’ala monumentale del palazzo da quella delle stanze private, meno riccamente decorate.La volta a crociera, da cui prende il nome è decorata tra il 1533 e il 1534.Gli stucchi a stampo sono eseguiti da Biagio de Conti e Benedetto di Bertoldo, mentre le finiture a mano delle foglie d’acanto dei peducci sono realizzate da Andrea de Conti.La volta è dipinta a grottesche da Gerolamo da Pontremoli, in tonalità cangianti sul rosa, rosso, giallo dorato e verde argentato; la composizione propone erme di Diana Efesina inquadrate da sfingi su due vele opposte, e sulle altre da coppie di amorini che reggono un medaglione.La parte inferiore della stanza è decorata nel 1813, a finto marmo e rilievi a stucco, dal ticinese Gerolamo Staffieri.
Camerino delle Grottesche
Piccolo camerino quadrato rivolto a meridione, coperto da una volta a padiglione ottagonale, decorato nel 1533. Le incorniciature a stucco sono opera di Andrea di Conti, mentre Luca da Faenza si occupa della decorazione a grottesche che si sviluppa sulla volta e dalla quale la stanza prende il nome. In ogni vela le grottesche si compongono attorno a un riquadro con aggraziati giochi di putti in bassorilievo su fondo nero o rosso, come piccoli cammei sorretti da putti più grandi. Tutt’attorno un repertorio di mascheroni, fiori, insetti, uccelli, animali fantastici, figurine mitologiche, nei toni del bianco e del giallo dorato. Nel sottarco della finestra rimane una fascia dipinta a grottesche che reca al centro un tondo con l’immagine di Amore, assegnabile a Gerolamo da Pontremoli.
Camerino di Venere
Il camerino di Venere è un ambiente di piccolissime dimensioni che immetteva attraverso una scala alla stufetta, bagno privato di Federico II, nel mezzanino. Il nome deriva dal tondo affrescato al centro della volta, raffigurante la Toeletta di Venere. La dea, tiene in mano uno specchio ed è in compagnia di Amore. Il tema iconografico è completato da amorini che porgono in volo alla dea oggetti da toeletta: piumino e pennello, fiala di profumo, salvietta, specchio, pettini, turbante. Le figure si inseriscono in modo grazioso in una più ampia decorazione a grottesca con rettangoli dai fondali ocra e rosso dalle vivaci cromie. Nelle fasce perimetrali dal fondo bianco la decorazione presenta spade, scudi, faretre che alludono alle virtù marziali del signore. La scomparsa della decorazione a stucco alla base della volta limita fortemente la lettura dell’affascinante ambiente, dipinto nel 1534 da Gerolamo da Pontremoli.
Camerino a Crociera
Questo ambiente di modeste dimensioni separa l’ala monumentale del palazzo da quella delle stanze private, meno riccamente decorate.La volta a crociera, da cui prende il nome è decorata tra il 1533 e il 1534.Gli stucchi a stampo sono eseguiti da Biagio de Conti e Benedetto di Bertoldo, mentre le finiture a mano delle foglie d’acanto dei peducci sono realizzate da Andrea de Conti.La volta è dipinta a grottesche da Gerolamo da Pontremoli, in tonalità cangianti sul rosa, rosso, giallo dorato e verde argentato; la composizione propone erme di Diana Efesina inquadrate da sfingi su due vele opposte, e sulle altre da coppie di amorini che reggono un medaglione.La parte inferiore della stanza è decorata nel 1813, a finto marmo e rilievi a stucco, dal ticinese Gerolamo Staffieri.
Camerino delle Grottesche
Piccolo camerino quadrato rivolto a meridione, coperto da una volta a padiglione ottagonale, decorato nel 1533. Le incorniciature a stucco sono opera di Andrea di Conti, mentre Luca da Faenza si occupa della decorazione a grottesche che si sviluppa sulla volta e dalla quale la stanza prende il nome. In ogni vela le grottesche si compongono attorno a un riquadro con aggraziati giochi di putti in bassorilievo su fondo nero o rosso, come piccoli cammei sorretti da putti più grandi. Tutt’attorno un repertorio di mascheroni, fiori, insetti, uccelli, animali fantastici, figurine mitologiche, nei toni del bianco e del giallo dorato. Nel sottarco della finestra rimane una fascia dipinta a grottesche che reca al centro un tondo con l’immagine di Amore, assegnabile a Gerolamo da Pontremoli.
Camerino di Venere
Il camerino di Venere è un ambiente di piccolissime dimensioni che immetteva attraverso una scala alla stufetta, bagno privato di Federico II, nel mezzanino. Il nome deriva dal tondo affrescato al centro della volta, raffigurante la Toeletta di Venere. La dea, tiene in mano uno specchio ed è in compagnia di Amore. Il tema iconografico è completato da amorini che porgono in volo alla dea oggetti da toeletta: piumino e pennello, fiala di profumo, salvietta, specchio, pettini, turbante. Le figure si inseriscono in modo grazioso in una più ampia decorazione a grottesca con rettangoli dai fondali ocra e rosso dalle vivaci cromie. Nelle fasce perimetrali dal fondo bianco la decorazione presenta spade, scudi, faretre che alludono alle virtù marziali del signore. La scomparsa della decorazione a stucco alla base della volta limita fortemente la lettura dell’affascinante ambiente, dipinto nel 1534 da Gerolamo da Pontremoli.