La stanza, detta “camarino” nelle fonti per le sue modeste dimensioni, deve il suo nome al soggetto di alcune rappresentazioni mitologiche raffigurate nei fregi, ispirate alle “Metamorfosi” di Ovidio.
A partire dalla parete di ingresso, procedendo verso destra, i soggetti ispirati alla mitologia sono: Orfeo agli inferi; Il supplizio di Marsia (parete sud); Il giudizio di Paride; Bacco e Arianna; Danza di satiri e menadi (parete ovest); La sfida tra Apollo e Pan; La visita di Bacco; Menadi e satiro (parete est).
Ai temi mitologici si alternano paesaggi di fantasia, tranne il paesaggio sulla parete nord, a destra della finestra, che mostra una veduta reale di Palazzo Te come doveva apparire dalle mura di Mantova nel 1527, quando il palazzo era ancora in costruzione sull’omonima isola.
Per le decorazioni pittoriche, di gusto antiquario, sono ricompensati nel 1527 i pittori Anselmo Guazzi e Agostino da Mozzanica. Il camino, in marmo rosso di Verona, é sovrastato dall’impresa del Monte Olimpo e reca la scritta dedicatoria: “;F[edericus] G[onzaga] II M[archio] M[antue] V” “Federico II Gonzaga quinto marchese di Mantova”. L’iscrizione documenta che l’allestimento dell’ambiente risale a prima del 1530, anno in cui Federico viene insignito del titolo di duca dall’imperatore Carlo V. Le pareti di questa camera, così come quelle della maggior parte del palazzo, sono prive nella parte inferiore di decorazioni perché coperte in origine da lussuosi arazzi o cuoi.
Sulla parete nord, sotto il cornicione di legno, é visibile una porzione di fregio di stile mantegnesco, risalente al 1502 e appartenente alla preesistente fabbrica delle scuderie di Francesco II Gonzaga, padre di Federico. La camera di Ovidio e le due successive stanze costituivano in origine un appartamento.
La stanza, detta “camarino” nelle fonti per le sue modeste dimensioni, deve il suo nome al soggetto di alcune rappresentazioni mitologiche raffigurate nei fregi, ispirate alle “Metamorfosi” di Ovidio.
A partire dalla parete di ingresso, procedendo verso destra, i soggetti ispirati alla mitologia sono: Orfeo agli inferi; Il supplizio di Marsia (parete sud); Il giudizio di Paride; Bacco e Arianna; Danza di satiri e menadi (parete ovest); La sfida tra Apollo e Pan; La visita di Bacco; Menadi e satiro (parete est).
Ai temi mitologici si alternano paesaggi di fantasia, tranne il paesaggio sulla parete nord, a destra della finestra, che mostra una veduta reale di Palazzo Te come doveva apparire dalle mura di Mantova nel 1527, quando il palazzo era ancora in costruzione sull’omonima isola.
Per le decorazioni pittoriche, di gusto antiquario, sono ricompensati nel 1527 i pittori Anselmo Guazzi e Agostino da Mozzanica. Il camino, in marmo rosso di Verona, é sovrastato dall’impresa del Monte Olimpo e reca la scritta dedicatoria: “;F[edericus] G[onzaga] II M[archio] M[antue] V” “Federico II Gonzaga quinto marchese di Mantova”. L’iscrizione documenta che l’allestimento dell’ambiente risale a prima del 1530, anno in cui Federico viene insignito del titolo di duca dall’imperatore Carlo V. Le pareti di questa camera, così come quelle della maggior parte del palazzo, sono prive nella parte inferiore di decorazioni perché coperte in origine da lussuosi arazzi o cuoi.
Sulla parete nord, sotto il cornicione di legno, é visibile una porzione di fregio di stile mantegnesco, risalente al 1502 e appartenente alla preesistente fabbrica delle scuderie di Francesco II Gonzaga, padre di Federico. La camera di Ovidio e le due successive stanze costituivano in origine un appartamento.