Convegno internazionale
Metamorfosi: mito antico, pratica contemporanea
21, 22, 23 giugno 2024
Palazzo Te e Museo MACA 

21 giugno 2024
14.30 – 17.30 | Museo MACA 

Giovanni Pasetti, Vicepresidente Fondazione Palazzo Te, Mantova e Mattia Palazzi, Sindaco di Mantova – Saluti istituzionali

Stefano Baia Curioni
, Direttore Fondazione Palazzo Te, Mantova – Metamorfosi: lo sguardo delle cose

L’intervento è orientato a illustrare il senso della programmazione di Palazzo Te nei diciotto mesi di lavoro dedicato al tema della Metamorfosi. Si muove dalla presenza dell’opera di Giulio Romano nel palazzo per allargare la riflessione alla mostra su Picasso, al senso del cambiamento contemporaneo e al ruolo delle pratiche artistiche, poetiche e scientifiche in esso.

Monica Centanni, Università Iuav di Venezia – Dalla figura retorica all’incarnazione: la metamorfosi dal mito greco a Ovidio

Nei racconti di metamorfosi del mito greco, resiste il limite del “come”; del paragone e la potenza della metafora. L’intervento si focalizza sulla differenza tra l’idea di metamorfosi nella cultura greca e la declinazione ovidiana, in cui la distanza retorica precipita e si
incarna nella vertiginosa fluidità delle forme e nei corpi stessi dei personaggi del mito.

Claudia Cieri Via, Università La Sapienza, Roma – Dal caos al cosmo. Le metamorfosi di Ovidio e le origini del mondo

Ovidio, in apertura delle Metamorfosi, definisce il mondo prima della creazione “Mole informe e confusa”, enunciando il percorso del poema dal caos al cosmo, dalla frammentazione dei corpi alla trasformazione del Tutto, per arrivare, negli ultimi versi alla luce del pensiero pitagorico, alla composizione del cosmo: “Tutto si trasforma ma nulla perisce nell’immenso Universo”. Un percorso che investe sia il linguaggio, che si snoda attraverso il sistema metamorfico dei racconti, sia le forme in continua mutazione dei personaggi delle favole, attraverso una forma poetica che nell’inanellare i racconti mitici rende ecfrasticamente in immagine il processo della metamorfosi dei corpi ora in degradazione ora in elevazione o in forme di sublimazione.

Annie Cohen-Solal, Università Bocconi, Milano – Artista, poeta, stratega e da sempre mercuriale: Pablo Picasso in Francia 1900-1973

Che senso può avere, oggi, dedicarsi alla poesia, un’area apparentemente minore nella travolgente opera di Pablo Picasso? Come spiegare il fatto che, a partire dal 1935, la poesia divenne un altro mezzo di espressione per questo genio che, arrivato in Francia nel 1900, non parlava una sola parola di francese e – quando lo parlò – fu in modo sempre mediocre?

La risposta va cercata nella sua fragilità di straniero in Francia, nella sua sfrenata energia creativa, nella sua empatia verso la gente più emarginata della società, vale a dire verso i poeti, e sopra tutto nel suo magnifico genio politico, che gli permise di superare magistralmente gli innumerevoli ostacoli della società francese utilizzando la metamorfosi come strategia suprema — in sintonia con la storia di Palazzo Te.

18.30 | Palazzo Te, Giardino Segreto 
Inaugurazione MUTAFORMA
Installazione a cura di Dario Moretti 

21.00 | Palazzo Te, Sala Cavalli 
Concerto LE METAMORFOSI NOTTURNE*

Quartetto Adorno e Sandro De Palma
Quartetto d’archi n. 1 “Metamorfosi notturne” di G. S. Ligeti
Quintetto in fa minore per pianoforte e archi di C. Franck 

*è possibile acquistare i biglietti del concerto a questo link


22 giugno 2024
10.00 – 13.00 |Museo MACA

Stéphane Verger, Direttore Museo Nazionale Romano – Rappresentare il processo di metamorfosi nel mondo etrusco, italico e celtico

Nelle culture etrusche, italiche e celtiche del primo millennio avanti Cristo, il processo di metamorfosi fa spesso parte, nel repertorio iconografico, di programmi raffiguranti il lungo percorso di trasformazione che il defunto attraversa prima di accedere a un aldilà beato. Ne è una delle tappe principali, insieme alle battute di caccia, alle prove agonistiche, alla permanenza in alcuni luoghi liminali. Si riscontrano varie modalità di metamorfosi, attraverso il contatto fisico tra due esseri di natura diversa, l’ingurgitare parti di un corpo estraneo o, a livello grafico, la mescolanza astratta di parti eterogenee provenienti da specie o addirittura da regni biologici diversi.
Questi vari processi saranno illustrati attraverso alcuni programmi iconografici particolarmente complessi e raffinati che permettono di tracciare un percorso culturale dall’Etruria orientalizzante all’arte delle Situle dell’Italia settentrionale e alle culture originali della cerchia hallstattiana orientale, fino all’arte celtica transalpina, che tra l’altro, proprio sull’argomento della raffigurazione delle metamorfosi, fu oggetto di commenti importanti da parte di André Breton e Georges Bataille.

Stefania Gerevini, Università Bocconi, Milano – Metamorfosi / Trasfigurazioni: il cristallo di rocca nell’arte medievale

Questions of material and spiritual transformation lie at the heart of medieval Christian theologies and natural philosophy. How did created matter participate in the divine, and how did God become “fully human”? How did mortal bodies resurrect, and how did Christ reconcile his dual divine and human nature? What was, exactly, the transfiguration of matter? These questions remained, at their core, imperscrutable. Yet, medieval communities turned to one artistic material – transparent quartz, or rock crystal – and its interactions with light to envision those mysteries. This paper asks why, and explores how the physical, optical and semantic properties of rock crystal made it the ideal means to express the enigma of metamorphosis.

Piero Boitani, Università La Sapienza, Roma – Qualche appunto sulle metamorfosi di Giulio Romano dopo e prima di Palazzo Te

La parola metamorfosi e il nome di Giulio Romano evocano per me in primo luogo il Racconto d’inverno di Shakespeare, nel quale Giulio è autore quasi divino di una statua che torna in vita, cioè che passa attraverso la metamorfosi suprema, la resurrezione. Poi viene la Villa Farnesina di Raffaello, dove Giulio ha operato e che anticipa Palazzo Te nel trattamento delle Metamorfosi sia di Ovidio che di Apuleio.

Raffaella Morselli, Università La Sapienza, Roma – Sulle “pitture mostrifiche” di Ulisse Aldrovandi

La migrazione delle immagini da fantastiche e letterarie a descrivibili attraverso l’osservazione, è un passaggio fondamentale nella scienza moderna. C’è tuttavia un’epoca di mezzo, che parte da Marco Polo e arriva fino a Ulisse Aldrovandi, in cui i due approcci convivono e si sovrappongono, dando vita a un mutamento di linguaggi e di forme che lascia il segno per secoli. La metamorfosi del mostruoso trova l’apice nel lavoro dello scienziato e filosofo bolognese che scrisse una Monstrorum historia, uscita postuma solo nel 1642, ma che ha un prodromo negli Avvertimenti del Dottor Aldrovandi sopra le pitture mostrifiche del 1581, scritti al cardinale Paleotti di Bologna, suo intimo amico. La relazione tra i testi antichi, Ovidio per primo, rappresentati da tanti pittori in affreschi e tele, e le osservazioni di Aldrovandi sulla bizzarria della natura umana e animale, con la conseguente classificazione tramite disegni e incisioni, trova nei suoi avvertimenti e nella sua Historia qualche corrispettivo che ci aiuta a comprendere quanto arte e scienza facessero parte della natura umana.

Chair: Claudia Cieri Via

15.00 – 18.00 | Museo MACA (english panel)

Jean-François Corpataux, Université de Fribourg – Inner Affinity. Ovid, Titian, Philip of Spain

The title of this conference is inspired by Erwin Panofsky’s remarks on the “inner affinity” between Ovid and Titian. But this inner affinity between the Latin poet and the Venetian painter also extends to Philip of Spain, for whom Titian painted the famous cycle of canvases that he referred to in his letters as the “Poesie”. To explore this kinship of spirit among the poet, the painter, and the king, this study examines the dynastic fecundity that results from the effects of works of art on the imagination, the soul and the body.

Johan Popelard, Musée Picasso, Parigi – Picasso, poetry and Metamorphosis

Tra il 1935 e il 1959 Picasso ha scritto quasi 340 poesie. Questo intervento ci accompagna in un viaggio attraverso l’opera poetica dell’artista, che presenta l’immagine di un mondo liquido e instabile, favorevole al gioco delle metamorfosi, che ricorda le antiche mitologie di Ovidio, il mondo meraviglioso di Walt Disney e la poesia barocca.

Cécile Godefroy, Musée Picasso, Parigi – Picasso and the metamorphosis of images

Picasso’s work is arresting for the richness and breadth of the artist’s visual culture. Celebrated by the avant-gardes as the scourge of academicism, Picasso however always maintained that he was the heir to a long pictorial tradition. His ambiguous relationship to art history raises the question of his sources and the way he appropriated them. A frequent visitor to the museums, Picasso accumulated a lifetime’s worth of photographs, postcards, reproductions, posters, magazines and illustrated books in addition to the works in his personal collection. Our presentation, based on the research carried out for the exhibition “Picasso consuming images”, will focus on the way Picasso looked at and metamorphosed these sources in his paintings, sculptures, drawings and engravings.

Chair: Annie Cohen-Solal

21.00 | Palazzo Te, Sala dei Cavalli
Concerto SOLSTIZIO D’ESTATE
L’ESTRO MI SPINGE A NARRARE DI FORME MUTATE IN CORPI NUOVI*

Variazioni Concertanti
di J. Trigos con Icarus Ensamble

Six Methamorphosis after Ovid per oboe solo
di B. Britten con Melinda Maxwell
coreografia di Chiara Olivieri

Studio sul fauno
musiche di C. Debussy Prélude à l’Après-midi d’un faune con Leonardo Zunica (pianoforte)
coreografia e intervento di Roberto Zappalà 

*è possibile acquistare i biglietti del concerto a questo link


23 giugno 2024
10.00 -13.00 | Museo MACA (english panel)

Lorenzo Giusti, Galleria di Arte Moderna e Contemporanea, Bergamo – Nothing is Lost. Three trajectories to tell the metamorphosis

L’intervento di Lorenzo Giusti – storico dell’arte, direttore della GAMeC di Bergamo – ripercorrerà la genesi del progetto espositivo “La Trilogia della Materia”; concentrandosi in particolare sulle premesse “alchemiche”; che hanno ispirato il capitolo dedicato al rapporto arte/chimica e alle metamorfosi superficiali della materia.

Isaac Julien, Artista e Giuliana Bruno, Harvard University, Cambridge – Metamorphosis: Museum Space and Moving Images

Professor Giuliana Bruno (Harvard University) will engage in a dialogue with the artist Isaac Julien on the meaning of metamorphosis as transformation of the past into present aesthetic forms, focusing on the morphing of cultural memory into future forms of imaging, and especially on how museum culture translates into moving images. The conversation will touch on Julien’s multiscreen installations Vagabondia (2000), Lina Bo Bardi: A Marvellous Entanglement (2019) and Once Again…Status Never Die (2022).

Marc Mézard, Università Bocconi, Milano – Accademia dei Lincei, Roma – Metamorphosis in Science

Over the last few  millennia, our representation of the world has been largely dominated by our perception at “human” scale. However this representation varies a lot when one changes scale. In particular, going to very small -atomic- scales the world changes completely. This talk will address this change of vision depending on scale, and insist on the radically new ideas that have been put forward by quantum mechanics 100 years ago, which have forced us to think of a completely different “world” in which one even needs to reconsider the principle of reality.


Palazzo Te è stato concepito come una camera delle meraviglie, come un labirinto di Metamorfosi, traendo esplicitamente ispirazione da Ovidio che racconta, nel suo famoso libro, il farsi del mondo antico e usa il mito per spiegare i segreti della natura, i loro rapporti con gli dèi e con l’umanità.  L’intero palazzo è costellato di riferimenti espliciti a storie di trasformazioni che risuonano dall’antichità. La sua architettura è una raccolta antologica, un libro di racconti, un testo poetico. 

Cosa essa lascia di essenziale alla contemporaneità rispetto alla questione oggi cruciale del rapporto con il cambiamento?

L’ipotesi è che, cifrata nei riferimenti più letterali ai passaggi della poesia latina, la narrazione delle Metamorfosi a Palazzo Te ci conduca verso il riconoscimento una esperienza essenziale relativa al tempo e al senso, instabile, dell’umano in esso. Come se l’umano fosse sospeso inesorabilmente tra la provvisorietà dell’istante e la durata sempiterna delle forme ereditate dal passato, forme archetipe degli dèi, che si connettono simultaneamente al presente, rigenerandosi in un atto in cui arte è al tempo stesso scienza, memoria e gioco erotico, modelli archetipi, libertà e trasformazione, caos e legge, violenza e auspicio di giustizia: storia e arte.
Esplorare questo tema ci conduce al cuore della questione contemporanea: l’evidenza che tutto – forse anche il tempo e lo spazio, certamente l’umano e il naturale – è sospeso in una rete di relazioni intrinsecamente provvisorie, instabili, soggette alle differenze, alle scomposizioni e ricomposizioni simboliche, ai fraintendimenti: al cambiamento.  

Pensare alla metamorfosi oggi – in un tempo di cambiamenti così rapidi, drammatici, spesso incontrollabili – significa chiederci come affrontare da soli, o magari cercando una comunità, l’esperienza di una instabilità che si presenta come una “condizione permanente” del nostro tempo. Una condizione che forse compromette la stessa possibilità di condividere socialmente conoscenze e linguaggi, e si accompagna ad una diffusa atomizzazione sociale. 
Per questo motivo assume rilevanza la capacità culturale di “pensare” la metamorfosi e la storia.
Una esperienza nella quale vengono messi in gioco la nostra intimità, la nostra capacità di formare mondi, di averne memoria, di approfondire una lingua reinventandola poeticamente, di cogliere ciò che rende dicibile la vita e il suo senso anche a costo di esplorarne il limite.  

Metamorfosi è il messaggio che Palazzo Te lancia fino ai giorni nostri; esso induce una riflessione che si rivolge all’antico, al senso della modernità, ma soprattutto a una capacità di visione al tempo stesso libera, creativa e critica, che si presenta come compito educativo, sociale e politico della contemporaneità. 

Il convegno in programma a Mantova dal 21 al 23 giugno 2024 sarà un momento fondativo e di ispirazione per tutto l’arco di iniziative che seguiranno.  Il tema della metamorfosi è saldamente al centro delle riflessioni artistiche e filosofiche lungo tutta la modernità. Certamente lo è nella cultura Cinquecentesca che dal mito antico attinge a piene mani per comporsi in un amalgama capace di combinare magia e meccanica; ma anche successivamente, nel tempo del pensiero della potenza dalla metà del Seicento in poi fino ai giorni nostri. 
Il convegno è chiamato a esplorare tale pensiero includendolo in una visione di lungo periodo in cui l’antico, il moderno e il contemporaneo, pur precisandosi nei loro caratteri culturali, si pongono come estremi in dialogo e come occasione di delucidare un concetto capace di abbracciare arte e scienza, che nel tempo si è fatto immaginario, pratica e destino. 

Il convegno si terrà in lingua italiana con alcuni interventi in lingua inglese

DOVE
Museo MACA  – ingresso con biglietto dei Musei Civici o supercard cultura

DATE
21-23.06.2024

CONCERTI
I biglietti dei concerti in programma possono essere acquistati a questo link
Il prezzo è ridotto per i possessori di Supercard Cultura 

CONTATTI
convegni@fondazionepalazzote.it