Quanta bellezza!

La mostra Venere. Natura, ombra e bellezza si sviluppa ponendo al cento della propria indagine la figura di Venere nella sua evoluzione simbolica e semantica, che prende le mosse dall’antichità classica, si potenzia nuovamente nel Rinascimento e – dopo un periodo di minor fortuna – trova una sua collocazione nell’era contemporanea. Palazzo Te, evidentemente commissionato per il godimento e il diletto del signore di Mantova, Federico II Gonzaga, è già di per sé un manifesto dell’amore e dell’ostentazione della bellezza e la stessa divinità olimpica viene ritratta in diversi scorci delle sale affrescate.

Il percorso si muove sul filo della rappresentazione di Venere partendo dalla sua nascita dall’acqua, così come si distingue nella sala dei Cavalli e nella camera dei Venti, per entrare nel vivo nella camera di Amore e Psiche, dove la dea è accostata ai suoi mitici amanti Marte e Adone oltre che al figlio Amore/Eros, e quindi giungere agli spazi che ospitano le opere in mostra.