HELMUT FRIEDEL
Dipingere per trasformare in immagine ciò che in realtà non si lascia mostrare
Il saggio è incluso nel catalogo della mostra “Tiziano/Gerhard Richter. Il cielo sulla terra” edito da Corraini Edizioni. L’esposizione, allestita a Palazzo Te nell’autunno 2018, presentava un percorso di 17 opere direttamente uscite dallo studio di Richter accanto a due capolavori tra le Annunciazioni di Tiziano. Curata da Helmut Friedel, Giovanni Iovane e Marsel Grosso, la mostra esplorava il mistero della relazione tra i due grandi artisti. Nel tentativo di trovare analogie tra le opere della maturità di Tiziano e di Richter, nel saggio Helmut Friedel osserva come il lavoro di Richter sia al contempo realistico ed astratto fondandosi su un processo creativo istintivo ed emozionale.
LUCA MASSIMO BARBERO
Carlo Zinelli. Visione continua
Il saggio è incluso nel catalogo della mostra “Carlo Zinelli. Visione Continua” edito da Corraini Edizioni. La mostra-dossier, allestita a Palazzo Te nell’autunno 2019, dedicata alle ossessioni vitali e sorprendenti di Carlo Zinelli, esponente dell’Art Brut in Italia e riferimento visivo di grandissima attualità, presentava un corpus di 32 opere su carta. Il curatore Luca Massimo Barbero esplora nel saggio il tentativo di liberare la produzione di Carlo Zinelli dalla gabbia dell’arte terapeutica, riconoscendolo come artista a tutti gli effetti, a prescindere dalla sua malattia.
MARSEL GROSSO
“Ne la tenerezza composta dal latte e dal sangue”: Tiziano e il tema dell’Annunciazione
Il saggio è incluso nel catalogo che accompagna la mostra “Tiziano/Gerhard Richter. Il cielo sulla terra” edito da Corraini Edizioni. L’esposizione, allestita a Palazzo Te nell’autunno 2018, presentava un percorso di 17 opere direttamente uscite dallo studio di Richter accanto a due capolavori tra le Annunciazioni di Tiziano. Curata da Helmut Friedel, Giovanni Iovane e Marsel Grosso, la mostra esplorava il mistero della relazione tra i due grandi artisti.
Nelle diverse stagioni della sua lunga e fortunata carriera, Tiziano ha più volte affrontato il tema dell’Annunciazione, sviluppandolo in maniera sempre diversa e originale. Nel saggio Marsel Grosso disegna un percorso dedicato a uno dei temi più affascinanti della straordinaria produzione del Vecellio, analizzando le Annunciazioni che hanno poi influenzato tutta la pittura europea fino a Richter.
CLAUDIA CIERI VIA
Dipingere l’invisibile: luce, colore, materia fra Tiziano e Gerhard Richter
Il saggio è incluso nel catalogo che accompagna la mostra “Tiziano/Gerhard Richter. Il cielo sulla terra” edito da Corraini Edizioni. L’esposizione, allestita a Palazzo Te nell’autunno 2018, presentava un percorso di 17 opere direttamente uscite dallo studio di Richter accanto a due capolavori tra le Annunciazioni di Tiziano. Curata da Helmut Friedel, Giovanni Iovane e Marsel Grosso, la mostra esplorava il mistero della relazione tra i due grandi artisti. Nel saggio, partendo dall’episodio della rivelazione dell’invisibile nel visibile per eccellenza, ovvero l’Annunciazione, Claudia Cieri Via, affronta il tema della trasposizione in immagine dell’invisibile, della sua rappresentabilità e intellegibilità. Sia Tiziano che Richter traducono in immagine un racconto, dando forma e mettendo in figura l’irrapresentabile e introducendo una polarità fra visibile e invisibile, fra immagine e figura, di ordine teologico ed artistico.
La collana podcast Il Mito è Parola Viva
ECUBA
Il re di Troia, Priamo, prese in seconde nozze Ecuba. Essa diede al marito 19 figli, rivelandosi una regina, madre e moglie formidabile. Più volte la regina troiana fece da intermediaria tra gli dei e la sua prole, con sogni, visioni o incubi notturni. Dopo la nascita del primogenito, Ettore, Ecuba rimase subito incinta di un secondo bambino. Sul punto di darlo alla luce, sognò di partorire dal ventre una fascina di legna ricolma di serpenti, una torcia accesa che appiccava il fuoco alla roccaforte di Troia. La regina si sveglio urlando e Priamo radunò i migliori indovini a corte. Il seguito verrà poi confermato perché sarà proprio Paride a scatenare la guerra di Troia. Ecuba fu in seguito ripudiata e destinata in schiava ad Ulisse. Ma i suoi soldati la misero a morte.
MEDEA
Medea, celebre maga, si innamorò di Giasone e lo aiutò ad ottenere il trono paterno. Tuttavia fallirono nel loro intento e i due amanti vennero cacciati dal regno, rifugiandosi a Corinto. Giasone però si innamorò di Glauce e ripudiò Medea. La vendetta della maga fu immediata e terribile, proprio nel giorno delle loro nozze.
APOLLO, PAN E MARSIA
Pan, il dio della campagna, suonava la siringa pastorale. Un giorno volle sfidare Apollo, che invece suonava divinamente la lira. L’arbitro era il Re Mida, incompetente in materia di musica, scelse come vincitore Pan. Offeso dalla immeritata sconfitta, Apollo trovò il modo di punire per sempre l’avaro Re. Marsia, invece, trovò il flauto abbandonato di Atena e presto sfidò la cetra di Apollo. Anche questa volta, Apollo punì Marsia con morte tragica.
VENERE E ADONE
Quando Adone nacque da un albero, Afrodite prese il bambino appena nato e venne colpita da una freccia di Cupido. Amò teneramente il bambino e lo affidò a Persefone, la regina dell’Erebo. Quando Adone divenne bellissimo e adolescente, Afrodite tornò nell’erebo per riaverlo ma Persefone non volle restituirlo. Allora Zeus, decise che Adone avrebbe passato metà dell’anno nell’Erebo e metà sulla Terra con Afrodite. Venere però temeva l’incontro del giovane con le bestie terrene che lo uccisero poco dopo. Dalla terra imbevuta del suo sangue spuntò il fiore dell’anemone e dalle lacrime di Venere sbocciarono delle rose.
BACCO E ARIANNA
Pan, il dio della campagna, suonava la siringa pastorale. Un giorno volle sfidare Apollo, che invece suonava divinamente la lira. L’arbitro era il Re Mida, incompetente in materia di musica, scelse come vincitore Pan. Offeso dalla immeritata sconfitta, Apollo trovò il modo di punire per sempre l’avaro Re. Marsia, invece, trovò il flauto abbandonato di Atena e presto sfidò la cetra di Apollo. Anche questa volta, Apollo punì Marsia con morte tragica.
VENERE, MARTE E VULCANO
Sole fosse il primo a sapere dell’adulterio di Venere con Marte e rivelò il tradimento nuziale a Vulcano, sposo di Venere. Così Vulcano costruì una trappola per cogliere i due amanti. In tutto il cielo questa storia passò di bocca in bocca per anni.
STORIE DELLA VITA DI ERCOLE
Era, gelosa del tradimento di Zeus, decise di condurre Ercole verso la pazzia. La personalità bonaria di Ercole si trasformò in cattiveria, tanto da portarlo ad uccidere la sua famiglia. Quando rinsavì, il gigante disperato, decise di consultare l’oracolo di Apollo ed egli gli disse che avrebbe dovuto mettersi a servizio del cugino Euristeo. Quest’ultimo, per tenerlo lontano dalla reggia e sperando in un non ritorno, gli assegnò il compito di svolgere 12 compiti, noti come le 12 fatiche.
GLI DEI DELLA VOLTA DELLA STANZA DEI GIGANTI | AFRODITE, ARES, EROS, ADE
Afrodite è la dea dell’amore e della bellezza. Ares, dio della guerra e figlio di Zeus, è il dio che aizza all’odio per scatenare le guerre, dovunque passa semina morte e rovina. Eros, chiamato anche Cupido, è il dio dell’amore divino e marito di Psiche. Infine, Ade, dio degli Inferi e fratello di Zeus, governa sulle ombre dei morti.
GLI DEI DELLA VOLTA DELLA STANZA DEI GIGANTI | ARTEMIDE, GIANO, CRONO, GEA
Artemide, dea della caccia, protettrice delle nascite e personificazione della luna. Giano, dio degli inizi e dio degli dei, è anche dio bifronte, può guardare al passato e al futuro contemporaneamente. Crono, Signore dell’Universo e Padre di Zeus, è l’ultimo figlio di Urano e Gea. Gea è la Terra Madre e prima dea del mondo.
GLI DEI DELLA VOLTA DELLA STANZA DEI GIGANTI | APOLLO, POSEIDONE, ATENA, EOS
Apollo è dio della musica e della medicina, nonché dell’agricoltura e del bestiame, della luce poetica e della verità filosofica. Poseidone, chiamato dai romani Nettuno, è fratello di Zeus e Ade ed è il dio del mare, un regno vastissimo. Atena, figlia prediletta di Giove, nacque già adulta dalla testa del dio ed è dea delle città greche, delle arti e dei mestieri, della saggezza e della guerra. Eos, invece, è la dea dalle dita rosate, l’Alba del vento.
GLI DEI DELLA VOLTA DELLA STANZA DEI GIGANTI | DIONISIO, ERACLE, ERMES ED EFESTO
Dionisio, dio della vinicoltura e figlio di Giove, quasi ucciso dalla gelosia di Era e poi affidato a Mercurio. Eracle, che per i greci era un eroe, è noto per la straordinaria forza e l’immenso coraggio che lo portarono a superare durissime imprese. Ermes, il messaggero degli Dei, e anche dio dei mercanti e del commercio. E infine Efesto, figlio di Zeus, dio del fuoco e della lavorazione dei metalli.
GLI DEI DELLA VOLTA DELLA STANZA DEI GIGANTI | MONTE OLIMPO, ZEUS, REA ED ERA
“Gli Dei della volta della stanza dei Giganti” prende ispirazione dalla volta della stanza dei Giganti di Palazzo Te per raccontare le storie e le vite degli dei, abitanti del Monte Olimpo. Tra questi troviamo Zeus, il Padre degli Dei e re del Cielo, sua sorella e sposa Era, regina degli Dei e Rea, la Grande Madre, dea della natura.
ORFEO ED EURIDICE
Euridice, nel tentativo di scappare da Aristeo, calpesta una vipera che le inietta un veleno mortale. Orfeo, sposo di Euridice, scende negli inferi suonando la lira e chiedendo di avere Euridice indietro. Così Persefone, intenerita dall’amore dello sposo per la sua amata, permette ad Orfeo di avere la moglie indietro ma ad una condizione: durante il tragitto fino fuori dall’Ade non si deve voltare a guardarla.
ACI E GALATEA
La nereide Galatea e il figlio di Fauno Aci sono innamorati e felici. Tuttavia, anche Polifemo è innamorato di Galatea che però non ricambia. Così una sera, vedendo gli innamorati baciarsi in riva al mare, il ciclope decide di vendicarsi. Giove e gli dei provando pietà per i due innamorati, trasformano il sangue di Aci in un piccolo fiume che nasce dall’Etna e sfocia nel tratto di spiaggia proprio dove i due amanti erano soliti incontrarsi.
LA CADUTA DI FETONTE II
Fetonte, dall’alto del cielo, si accorge di non essere in grado di guidare il cocchio e si spaventa. Il carro sale troppo in cielo o si avvicina troppo alla terra, bruciando tutto e distruggendo il pianeta. Zeus allora, per salvare gli uomini, manda una folgore su Fetonte che muore e si trasforma nel fiume Po.
LA CADUTA DI FETONTE I
Fetonte, figlio di Climene, viene deriso perchè sostiene di essere figlio del Sole. Così, mortificato, raggiunge la dimora del padre di cui dubita e chiede lui la prova di essere suo figlio. Così, Apollo promette di realizzare qualsiasi sua richiesta. Fetonte lo supplica di potere per un giorno portare il carro del Sole. Il padre cerca in tutti i modi di distoglierlo da questa pazzia ma Fetonte lo convince e parte con il carro.
AMORE E PSICHE III
Nell’ultima parte del mito, Psiche decide di costituirsi. Venere punisce la sua rivale in bellezza sottoponendola a quattro diverse prove che la stremano nella mente e nel corpo. Tuttavia, Amore chiede l’aiuto di Giove che, mosso dalla compassione, fa in modo che gli amanti si riuniscano. Psiche diventa la dea protettrice delle fanciulle e dell’anima e i due amanti si possono finalmente sposare, dando vita alla dea Voluttà.
AMORE E PSICHE II
Nella seconda parte del mito, Amore si trova obbligato ad abbandonare Psiche, dopo che le è rivelato il suo volto. Tuttavia Venere, venuta a conoscenza dell’amore tra il figlio e la sua rivale, si infuria. Cerere e Giunone intercedono a favore di Amore ma Venere chiede aiuto a Giove. Così Mercurio viene mandato a Venere per ritrovare la sua serva Psiche.
AMORE E PSICHE I
L’episodio narra la prima parte del mito, in cui la dea Venere, gelosa della bellezza dell’umana Psiche, ricorre all’aiuto del figlio Amore per vendicare la sua supremazia. Amore scocca le sue frecce perché Psiche si innamori dell’essere più vile, miserabile e abietto di tutta la terra e la gelosia di Venere possa placarsi. Tuttavia, distratto, Amore si ferisce con le sue stesse frecce, si innamora della fanciulla umana e la porta nella suo palazzo incantato. Tuttavia ella può rimanere con il suo sposo ad una condizione: non potrà mai vedere il volto del suo amato.
INTRODUZIONE
Palazzo Te di Mantova, nel Cinquecento, è stato pensato e realizzato come luogo di rappresentazione e di ospitalità, segreto e pubblico nello stesso tempo. Le metamorfosi di Ovidio e molti altri miti della tradizione greca rivivono nelle sale del museo progettato e affrescato da Giulio Romano: narrazioni di dei antichi, quasi dimenticate e difficili da interpretare, rilanciano il mistero della distanza del divino e della sua prossimità. Ascoltiamo l’introduzione del Direttore di Fondazione Palazzo Te Stefano Baia Curioni. Il #MitoèParolaViva è una produzione di Fondazione Palazzo Te nell’ambito del progetto #sempreconTE.